venerdì 17 giugno 2011

Omicidio Basile, magistrati denunciati per omissione

Omicidio Basile, magistrati denunciati per omissione d'atti d'ufficio

(dal sito www.ilpaesenuovo.it)
 IL PAESE NUOVO
Giovedì 16 Giugno 2011 19:19
Lecce - I due magistrati leccesi che hanno condotto le indagini sull'omicidio di Peppino Basile (ex consigliere provinciale di Idv di Lecce assassinato ad Ugento tra il 14 e il 15 giugno 2008), Giovanni De Palma e Simona Filoni, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Potenza per omissione d'atti d'ufficio.
L'esposto è stato presentato dagli avvocati dei due Vittorio Luigi Colitti, nonno e nipote di 68 e 21 anni, ritenuti dagli inquirenti responsabili della morte del politico ugentino. Colitti junior a dicembre è stato assolto dall'accusa di omicidio ma la Procura ha proposto appello contro la sentenza, il processo a carico del nonno, invece, inizierà il 6 ottobre davanti alla Corte d'assise di Lecce. La denuncia, firmata dagli avvocati Francesca Conte e Roberto Bray e inoltrata anche alla Procura generale presso la Corte di Cassazione e alla Procura generale di Lecce, si basa sulle presunte omissioni nelle indagini sul delitto, legate all'esistenza di una serie di lettere tra Giovanni Vaccaro e Giorgio Pio Bove, che indicherebbero una pista alternativa per spiegare la morte di Basile.

Una pista che inizialmente era stata presa in considerazione dalla Procura ordinaria e da quella dei minori, ma poi fu bollata come inconsistente dai magistrati, che individuarono in antichi rancori tra vicini il movente del delitto e nei due Colitti gli assassini. A spingere verso una diversa considerazione dei fatti fu proprio Giovanni Vaccaro, ex collaboratore di giustizia che si accusò anche dell'omicidio del boss di Gallipoli Salvatore Padovano e fu poi smentito dal vero esecutore. Vaccaro disse agli investigatori di avere chiesto a Bove di dare una lezione a Basile, dal momento che il politico sembrava intenzionato a tirare fuori uno scandalo che avrebbe danneggiato un imprenditore suo amico.
Tale ricostruzione, però, non trovò mai fondamento, Bove negò decisamente di avere assoldato due persone per dare una lezione all'esponente di Idv e anche lo stesso Vaccaro, dopo alcuni mesi, cambiò versione. Tuttavia tra i due, entrambi detenuti, è intercorsa una fitta corrispondenza, che secondo i legali dei Colitti, dimostrerebbe il fatto che i due uomini erano a conoscenza di quanto accaduto ad Ugento nella notte del 14 giugno. Ciò che gli avvocati contestano è che tali lettere, di cui la Procura era in possesso, non siano state inserite nei fascicoli messi a disposizione dei vari giudici che hanno vagliato le posizioni dei presunti assassini. Una mancanza significativa, secondo gli avvocati Conte e Brai, che non avrebbe consentito ai magistrati di vagliare adeguatamente una pista alternativa.

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