mercoledì 23 dicembre 2009

Consiglio Comunale del 10 dicembre 2009: O.d.G. e resoconto

COMUNE DI UGENTO

CONSIGLIO COMUNALE DEL 10/12/2009
ORDINE DEL GIORNO

  1. Approvazione verbali sedute del 19/11/2009 e del 24/11/2009.
  2. Integrazione deliberazioni consiliari n. 12/08 e n. 50/08 ed approvazione schema appendice della convenzione stipulata in data 20/09/2009 tra comune di Ugento e Fondazione "Dott. Francesco Mazzeo ".
  
Il Segretario procede all'appello

CITTADINO - Buona sera, con permesso. Visto che stasera state tutti qui riuniti in Consiglio comunale. Signor Sindaco, noi vogliamo che portate il problema della Cogei al Consiglio comunale. Il signor Pala non ci sta pagando da tre mesi. Noi abbiamo problemi seri in famiglia.  22 famiglie che non hanno da mangiare. Al più presto possibile di portare questo problema al Consiglio comunale. Non penso che sia una cosa da  buttare via. Eugenio, tu sai che Sono mesi che stiamo sempre sopportando. Che scioperiamo veniamo denunziati, se lavoriamo siamo dei "coglioni" scusate il termine. Dite voi un padre di famiglia come si deve comportare. Vi ringrazio.  
SINDACO - È un problema già conosciuto, Antonio. Ti ringrazio per la... Anche se in tono esasperato, ma posso capire, perché è un problema serio. Lo affronteremo entro lunedì mattina, in modo che le cose si sappiano... Però su questo argomento non c'è discussione.  
CONSIGLIERE RISO - Solo per dire una cosa.  
PRESIDENTE - Consigliere Riso, mettiti al posto,  per favore. Grazie. .  
 Presenti n. 17, assenti n. 4

PUNTO 1 O.D.G.
APPROVAZIONE VERBALI SEDUTE DEL 19/11/2009  E DEL 23/11/2009

PRESIDENTE - Favorevoli?  
CONSIGLIERE GIANFREDA - Segretaria, per favore, se può controllare gli assenti.
PRESIDENTE - Dobbiamo fermarci con i lavori perché la segretaria è sprovvista di un documento.
SEGRETARIA -  Per i voti, la delibera n. 48 del 19.11.2009, risultava assente: Scarcia, Ponzetta e Preite.  
PRESIDENTE - Favorevoli?  
VOTAZIONE  
FAVOREVOLI  -  16
ASTENUTI  - 1  (Preite)

SEGRETARIA - La n. 49, assenti: Ponzetta e Preite.  
PRESIDENTE - Favorevoli?  
VOTAZIONE   
FAVOREVOLI - 16  
ASTENUTI - 1  (Preite).

SEGRETARIA - La n. 50, assenti: "Ponzetta e Preite.  
PRESIDENTE - Favorevoli?  
VOTAZIONE  
FAVOREVOLI - 16  
ASTENUTI - 1  

SEGRETARIA - La n. 51, assenti: Ponzetta, Preite e Coppola.  
VOTAZIONE  
FAVOREVOLI - 16  
ASTENUTI - 1  

SEGRETARIA - La n. 47, assenti: "Ponzetta, Colosso e Preite.  
VOTAZIONE  
FAVOREVOLI - 16  
ASTENUTI - 1  

SEGRETARIA - Poi passiamo al Consiglio del 24. La n. 52, assenti: Giannuzzi, Ponzetta, Nuzzo, Colosso e Minenna.  
PRESIDENTE - Favorevoli?  
VOTAZIONE  
FAVOREOLI -  
ASTENUTI -  
CONSIGLIERE GIANFREDA - Segretaria, il 24 ha detto?  
SEGRETARIA - Del 24 sì.  
CONSIGLIERE GIANFREDA - Io presente?
SEGRETARIA - In questa delibera, sì.   La n. 53, assenti: Nuzzo, Colosso, Gianfreda, Minenna e Coppola.  
PRESIDENTE - Favorevoli?  
VOTAZIONE  
FAVOREVOLI -  
ASTENUTI -  
SEGRETARIA - La n. 54, assenti: Ponzetta, Nuzzo, Colosso, Gianfreda, Minenna, Coppola.  
PRESIDENTE - Favorevoli?  
VOTAZIONE  
FAVOREVOLI -  
ASTENUTI -  
SEGRETARIA - La n. 55, assenti: Ponzetta, Nuzzo, Colosso, Cavalera, Gianfreda, Minenna.  
PRESIDENTE - Favorevoli?  
VOTAZIONE  
FAVOREVOLI -  
ASTENUTI -



PUNTO  2  O.D.G.
INTEGRAZIONE DELIBERAZIONI CONSILIARI N. 12/08 E N. 50/08 E APPROVAZIONE SCHEMA APPENDICE DELLA CONVENZIONE STIPULATA IN DATA 20/09/2009  TRA COMUNE DI UGENTO E FONDAZIONE "DOTT. FRANCESCO MAZZEO"

PRESIDENTE - Prego, Sindaco.  
SINDACO - Buona sera a tutti. Stasera l'ordine del giorno tratta, in maniera abbastanza puntuale, credo anche esaustivo, di una richiesta avanzata dalla titolare, professoressa dell'Anna Mazzeo Maria Antonietta, per ciò che riguarda una modifica da apportare alle precedenti delibere,  di cui all'oggetto di questo ordine del giorno, che chiede, in sostanza, di aggiungere le seguenti modifiche alla convenzione già stipulata.
Si chiede di modificare e integrare la convenzione stipulata in data 20 settembre 2009, prevedendo accanto a tutte le espressioni "Residenza Sanitaria Assistenziale e alla sigla RSA" le seguenti dizioni: "e/o Residenza Socio  Sanitaria Assistenziale per anziani", in sigla RSSA" , di cui all'Art. 66 del Regolamento Regionale  18 gennaio 2007, n. 4, attuativo della Legge Regionale 10 luglio 2006 n. 19, e/o Residenza Sociale Assistenziale per anziani, di cui all'Art. 67 del Regolamento Regionale 18 gennaio 2007 n. 4 , attuativo della Legge Regionale 10 luglio 2006, n. 19. E inoltre di integrare l'Art. 3 della convenzione, aggiungendo di seguito alle parole "si impegna",  le parole: "Nel caso volesse realizzare anche una residenza sanitaria assistenziale". Questa è la richiesta della signorina Mazzeo, titolare della struttura che deve sorgere a Ugento e attualmente Presidente della fondazione Francesco Mazzeo.  
La richiesta viene giustificata perché si ritiene che, attraverso questo modifiche, si possa rendere la struttura più adatta ai bisogni ed alle esigenze di un buon e corretto funzionamento, ma soprattutto anche alla luce di alcune precisazioni che adesso vi leggerò.  
Con la sigla RSA sono indicate, nei regolamenti Regionali e nelle Leggi Regionali vigenti, 3 tipologie: Residenza Sanitaria Assistenziale,  Residenza Sociale Assistenziale, Residenza Socio - Sanitaria assistenziale.
Che cosa prevede l'una, l'altra e l'altra ancora? La Residenza Sanitaria Assistenziale, agganciata alla Legge n. 8/2004, che implica, prima dell'esame del progetto, la verifica di compatibilità  e anche una pre-autorizzazione regionale, che permetta al Comune di esaminare la pratica dal punto di vista urbanistico.
Questa struttura rientra nella pianificazione a regionale nella specialità sanitaria da trattare e nei posti letto riservati per territorio.  
La RSA, invece, Residenza Sociale Assistenziale per anziani, che è una struttura socio - assistenziale vera e propria, è agganciata alla Legge Regionale n. 19/2006 e il Regolamento regionale n. 4 del 2007, Art. 67.  Qui il potere autorizzatorio è del Comune e della A.S.L. competente per territorio, con iter amministrativo certo e con date precise.  
La RSSA è una residenza socio - sanitaria assistenziale, agganciare alla Legge Regionale n. 19/2006 e Regolamento regionale n. 4/2007, Art. 66.
Qui, in questo caso, il potere autorizzatorio è del Comune e della A.S.L. competente per Territorio, con iter amministrativo certo e date precise, e possibilità di un convenzionamento con la A.S.L..
Occorre specificare inoltre che l'accesso nella residenza Sanitaria assistenziale non è libero, è  sottoposto alla valutazione dell'unità di valutazione multidimensionale della A.S.L. di competenza con una temporaneità del ricovero stesso , che va da 60 a un massimo di 120 giorni.  
L'accesso, invece, in una residenza sociale assistenziale per anziani, RSA o Residenza Socio Sanitaria Assistenziale, RSSA, è libero e con una degenza senza limitazioni di tempo, a differenza del precedente, che prevedeva una temporaneità di 60 - 120 giorni, e senza alcuna valutazione preventiva da parte della A.S.L..  
Queste strutture rappresentano l'evoluzione delle case di riposto, con una vigilanza sanitaria effettuata all'interno.  
I parametri strutturali per tutte le tipologie di strutture sono identici, e niente esclude che un cambio di destinazione d'uso nel tempo sia possibile.  
Con la dicitura RSA, il territorio si arricchirebbe di una struttura ricettiva per anziani di facile accesso, con iter amministrativi certi e in tempi rapidi.  
Questo è , in sintesi, il criterio che spinge l'Amministrazione comunale a condividere questa richiesta. Ma c'è altro da aggiungere ancora: nel senso che andando a leggere l'Art. 66, Residenze socio - sanitarie assistenziali per anziani, al comma 1 dice: "La residenza protetta o residenza socio - sanitaria assistenziale è una struttura che deve avere le seguenti caratteristiche". Quali sono? La residenza socio - sanitaria assistenziale, di seguito nominata RSSA,  eroga prevalentemente servizi socio assistenziali a persone anziane in età superiore ai 64 anni, con gravi deficit psicofisici, nonché persone affette da demenze senili, che non necessitano di prestazioni sanitarie complesse, ma che richiedono un alto grado di assistenza alla persona, con interventi di tipo assistenziale e socio - riabilitativo ad elevata integrazione socio - sanitaria, che non sono in grado di condurre una vita autonoma e le cui patologie, non in fase acuta, non possono far  prevedere che limitati livelli di recuperabilità dell'autonomia e non possono essere assistite a domicilio.  
La RSSA per anziani non può ospitare ospiti con età inferiore a 64 anni, ancorché diversamente abili gravi. Fatta eccezione per persone affette da demenze senili, morbo di Alzheimer e demenze correlate, anche se non hanno raggiunto l'età dei 64 anni.  
Questo perché poi dobbiamo capire anche le prestazioni che all'interno della struttura vengono erogate. Le prestazioni socio - sanitarie sono le seguenti, perché ci sono delle figure professionali previste, e sono erogate da educatore professionali, da operatori socio - sanitari, da infermieri, assistenti sociali, tecnico della riabilitazione.
Tutti questi servizi sono possibili all'interno della residenza che si andrà a realizzare grazie a strutture esistenti all'interno della stessa struttura e che sono stati previsti nel progetto che è stato già approvato.  
Detto questo, si chiede, in sintesi, in parole più semplici, di rendere possibile l'utilizzo migliore, l'utilizzo anche dal punto di vista organizzativo e dell' accesso alle persone disabili anziane, che necessitano di assistenza particolare, di poter accedere a questa struttura, che conterà, se  non vado errato, dai 24ai 30 posti letto e che prevede anche la possibilità di assicurare all'interno servizi sanitari che, con una struttura simile, andranno a incidere di meno sul costo complessivo della retta, perché c'è la possibilità di ospitare all'interno anche persone che hanno bisogno soltanto dell'assistenza socio - assistenziale.  
Detto questo, presuppone, da parte di tutti quanti noi, un'attenzione abbastanza tranquilla, un'attenzione condivisa da parte di tutti, perché questa struttura che sta nascendo a Ugento rappresenterà, e credo che sia opinione diffusa da parte di tutti quanti, un fiore all'occhiello per quanto il territorio di Ugento, considerando che di queste strutture, al di là della casa di ripeso che è nata da pochi giorni, da un mese appena,  di queste strutture Ugento non ne ha. E qui siamo ad un livello leggermente, se non abbastanza, superiore alla casa di riposo che è appena nata.
Io credo che con questi presupposti, accedendo alla richiesta della signorina professoressa Mazzeo, possiamo senz'altro esprimere un voto favorevole.  
PRESIDENTE - Grazie, Sindaco.  Prego, consigliere Riso.
CONSIGLIERE RISO - Grazie, Presidente. Sforzandomi di rimanere in tema, per non essere poi giudicato come colui che evade il tema di oggi, ecco che non ho che da, prima ancora di propormi o dare le soluzioni in qualità di Verde per la Pace, non ho che da far presente un rammarico mio, nel momento in cui, facente parte della commissione urbanistica, con a capo l'ingegnere, qui presente, Giuseppe Nuzzo, continuo in ogni occasione, anche in occasione dell'ultima riunione, per parlare di ciò che dobbiamo decidere oggi, con mio profondo rammarico ho dovuto ripetermi quando ho sollecitato ancora al Presidente di quella commissione, il qui presente ingegnere Nuzzo, di arrivare con tutti i documenti per tutto ciò che attiene la discussione in quella commissione. Quel giorno si trattava, appunto, del tema di oggi.
E quindi, della concessione per la fondazione Mazzeo.  E quindi per l'inizio dei lavori, rispettando le procedure.  
E qui ancora aggiungo un'altra cosa: nel momento in cui non so quale prezzo stiamo pagando... anzi finiamo la prima cosa. Io proporrei che l'ingegnere Nuzzo... è gravissimo quello che fa nel momento in cui non si adopera ad informarci, a darci tutti gli atti. Ed io che debba andare a ramingare di qua e di là, a raccogliere tutti questi atti. Sono atti dovuti, ai quali nessuno si può esimere. E poi arrivare addirittura  ad innervosirmi, a mettermi contro qualcuno in ufficio. E qui mi rivolgo all'ufficio tecnico. La soluzione per quanto concerne... Io direi che a questo punto, se continua a fare in questo moto, io proporrei alla maggioranza che si dimettesse. O fa le cose come le deve fare, diversamente proporrei questo. Non ho nessun potere, però un suggerimento glielo voglio dare.
Ed ho rispetto di tutti, nel momento in cui abbiamo l'Avvocato Necessario Giannuzzi, che è un Avvocato,  lui è un ingegnere e così via. Ognuno fa il suo mestiere ed ho rispetto dei ruoli.  
Detto questo, mi rivolgo anche all'ufficio tecnico nel momento in cui non ho capito quale prezzo stiamo pagando, nel momento in cui... sulle persone non ho niente da dire, sul personale. Stiamo pagando quel tributo di 3 tecnici provenienti dal Comune di Nardò, non ho capito per che cosa, per quale scambio.  
Detto questo, salvo un'eccezione di un tecnico qui presente, gli altri due lasciano molto a desiderare. E chi lo dice, non lo dice perché vuole essere l'ingegnere, il dottore e tutto. Per piacere! Qui i tecnici, con il qui presente dell'Amministrazione, l'ingegnere De Marco, devono essere a disposizione prima di tutto dei cittadini. E quindi io chiedevo, in qualità di cittadino, poi come consigliere, devono rispettare me e devono rispettare tutti i cittadini. Metterli nelle condizioni. E ripeto: io faccio fatica, in qualità di consigliere, andare a reperire questi atti. È gravissimo. Immaginate voi un cittadino che vada da un ufficio all'altro a reperire questi atti, per la buona riuscita del bene comune.  
E non voglio anticipare niente, perché poi chiederò io un Consiglio comunale per la solidarietà nei miei confronti, che ho il coraggio di dire queste cose.  
Detto questo, passiamo al tema, e non me ne voglia nessuno. Per quanto concerne questa fondazione, sono dell'idea solidale allo spirito sociale per la realizzazione di questa opera. Non c'è dubbio. Faccio però salva la convenzione stipulata nel settembre scorso. Quindi, parlo del 2009, che secondo me era partita così bene. Non ho capito poi perché stravolgere, perché si è cambiata la natura ed il fine pubblico a favore delle privato. Qua cozza la cosa, poiché la RSA è diventata... quindi significa Residenza Sanitaria Assistenziale in Residenza Sanitaria Sociale Assistenziale. Siamo qua. A noi interessa questo soprattutto, per la buona riuscita del fine pubblico. Anche perché è venuto meno, secondo me, o potrà venire meno, quel principio con il quale la stessa fondazione si è costituita, e noi non abbiamo lo statuto di questa fondazione. Stiamo parlando di una  fondazione, non avendo in mano uno statuto. Era il minimo. Noi ci basiamo sulla base di quello che ha dato la Regione come idea, quello che ha dato il Prefetto, che ha detto: "Va bene questa fondazione", pur non avendo uno statuto di questa fondazione.
Quindi per me è venuto meno il principio no-profit ai fini sociali, come si proponeva la stessa fondazione all'atto della sua costituzione statutaria . Mai avuto in possesso da parte di questa Amministrazione, pur affidandosi a un parere positivo da parte del Prefetto.  
Quindi qui, come minimo c'è da proporre degli emendamenti. Quando noi andiamo a guardare l'Art. 8 della convenzione stipulata nel mese di settembre, il 20 settembre 2009, dove all'Art. 7 diceva: " La ditta rimarrà nel possesso dell'area del immobile, per la durata di anni 25 dalla data del rilascio del certificato di agibilità, durante i quali gestirà la RSA.". Si parla di RSA.
Da settembre a novembre stiamo parlando. Poi ci si presenta col modifica e integrazione a quella in data 27 novembre e si fa quest'altra, si dice: "Non vogliamo fare più la RSA, vogliamo fare la RSSA". Ne stravolgiamo il fine, secondo me.
A noi interessa più la natura sanitaria, perché, grazie a Dio, il  Comune è una parte in causa. La convenzione è da stipulare insieme, quella definitiva, tra la fondazione e il Comune. Se permette il Comune attiene alle cose comuni, al bene comuni. Io penso che dobbiamo fare i nostri interessi, se non vi dispiace.   
Allora, ecco che qui, quando andiamo a parlare, la modifica si può fare anche su quello di settembre, quando parla che "trascorso Il periodo di 25 anni, la signora Mazzeo Maria Antonietta si impegna con la presente convenzione u trasferire a titolo gratuito..."etc. etc. . Dobbiamo poi precisare "senza alcun intervento di manutenzione, di ristrutturazione". Belli miei, magari lasciate tutti i danni e macerie, ed il Comune paga, e io pago come cittadino!  
E poi finisco col dirvi... penso di stare dentro, ci sono due minuti altri. Col dirvi che quel lavoratore, a quel lavoratore sono solidale. Siamo tutti solidali. Il Sindaco ha detto: "Poi ci attiveremo". Quindi su questo non c'era da aggiungere qualcosa. A questo punto sono costretto ad aggiungerla pure io: faremo ad hoc un Consiglio comunale per venire incontro alle esigenze di questi lavoratori. Pero vi devo dire una cosa: qui, per quelli che hanno la coda di paglia, sono tutti complici di questa situazione. E metto l'Amministrazione, ci metto la Cogei, ci metto gli stessi lavoratori, che purtroppo non possono farsi prendere in giro in questo modo.
E qui la fanno grande tutti, perché ne escono tutti vittoriosi, sui bisogni della gente. Questo è gravissimo. Allora, prendiamo posizione e solidarietà per questi lavoratori. Grazie.  
PRESIDENTE - Grazie, consigliere.  
CONSIGLIERE CAVALERA - Grazie, Presidente. Io purtroppo in commissione non sono potuto venire. Per problemi di salute, quando c'è stata la commissione consiliare, non sono potuto venire.  E ci ritroviamo adesso con questo ordine del giorno per questa modifica di una convenzione già stipulata, una integrazione che, sinceramente, porta ad una cosa diversa rispetto a quello che già si è deliberato.  
Allora, fermo restando la bontà dell'iniziativa, in ogni caso, perché si tratta sempre di strutture rivolte al sociale, però alcuni dubbi mi dovete consentire di esprimerli. Alcuni che vengono adesso, nel senso che io non lo so se al momento della richiesta della variante al Piano di lottizzazione se non si sapesse già cosa fosse una RSA, se non si sapeva già che doveva rientrare nella pianificazione regionale. Perché io personalmente in quel Consiglio comunale espressi proprio questi concetti. Io vi chiesi espressamente: "Ma siete sicuri che avrà possibilità seria di essere realizzata questa struttura? Proprio perché le RSA sono commisurate rispetto al numero degli abitanti, cioè sono come i posti letto negli ospedali, quasi. Ed a questo non mi fu data risposta.
E ci ritroviamo, appunto, oggi, con una cosa diversa da quella da cui si è partiti.  
Senz'altro, sempre una cosa utile, molto probabilmente utile per la collettività, però non è quello per cui si è fatta la variante a quel piano di lottizzazione.  
Ed io già allora, già nell'occasione dell'approvazione di quella variante, portai a conoscenza ancora altre situazioni, perché io mettevo preventivamente il Comune, prima di poter approvare questo tipo di servizi, doveva dotarsi di un piano particolareggiato dei servizi comunali, una volta fatto un monitoraggio, un censimento delle necessità nel Comune, in modo che queste strutture possano venire veramente incontro alle esigenze dei cittadini, una volta, però, verificate sul posto.  
Perché, dicevo, non vorrei che si facessero strutture che poi non hanno utenza, e quindi che potessero diventare delle cattedrali nel deserto, diciamo, e non avessero neanche una sostenibilità economica.  Ci ritroviamo adesso con questi stessi dubbi. Questi dubbi, per quanto mi riguarda, non sono superati.  
Per cui, sinceramente, non lo so, rimango della stessa idea dell'altra volta, anche se diciamo fu dato, anche da parte nostra, un vostro favorevole, proprio perché di buon auspicio e per la bontà dell'iniziativa in sé per sé.   
Per quanto mi riguarda, ripeto, rimangono questi dubbi, che ho voluto ancora ribadire in questa fase.  Non so se al momento della domanda non si sapesse cosa fosse una RSA.  
PRESIDENTE -  Grazie, consigliere Cavalera. Prego, consigliere Giannuzzi.
CONSIGLIERE GIANNUZZI - Grazie, Presidente. Brevemente. Credo che la faccenda di questa sera, la pratica di questa sera, questa variante ad una variante debba essere raccontata secondo un duplice binario. Perché la storia di questa proposta, che perviene da un privato, che noi tutti conosciamo, e che stimiamo ed apprezziamo... io personalmente perché ho avuto molte occasioni di contatto un con la signorina, per cui parlo di una persona che conosco e apprezzo. La storia di questo affare corre su due binari: uno urbanistico e  l'altro che riguarda la convenzione annessa alla variante, al piano di lottizzazione. Perché in realtà la variante al Piano di lottizzazione è stata fatta proprio in funzione di questa convenzione che in realtà consentiva di ottenere un contemperamento fra opposti interessi: un interesse privato, destinato poi a trasformarsi in interesse collettivo, cioè l'apertura di un centro sociale, addirittura  da trasferire poi in proprietà all'ente pubblico, trascorso un certo numero di anni, e l'interesse pubblico. L'interesse pubblico, nel senso che l'Amministrazione, il Consiglio comunale, organo sovrano della pianificazione urbanistica, si determinava a variare un programma, un piano di lottizzazione, quindi uno strumento di pianificazione attuativo, ma avendo sempre come obiettivo il raggiungimento di un interesse pubblico, ossia la realizzazione di una struttura che rispondesse alle esigenze della collettività.
Un po' una permuta, una permuta di interessi. Chiamiamola così, anche se l'espressione è infelice. Cioè, di fronte ad una (non voglio fare pubblicità occulta) BMW ci veniva restituita una Mercedes. Più o meno... il Consigliere Congedi si occupa di queste cose, e apprezza molto bene il valore di una BMW o il valore di una Mercedes.
In buona sostanza, ci mantenevamo lì.  
Il dubbio che viene, che è legittimo porsi oggi, è: permane questo equilibrio di interessi contrapposti, seppur da coordinarsi In questa richiesta di variazione? Cioè, stiamo permutando sempre una Berlina di grosso calibro, di grossa cilindrata e stiamo ottenendo ugualmente in cambio una Berlina di grossa cilindrata?  Probabilmente non è proprio la stessa cosa. Ma non perché ci piace valutare diversamente gli aspetti, ma perché oggettivamente (è un'espressione brutta) stiamo ricevendo in cambio un qualcosa di diverso.
Cerchiamo un attimo di analizzare che cosa stiamo ricevendo. Io lascio stare il procedimento di variante al Piano di lottizzazione.  Basta soltanto, però, ricordare, anche all'assessore all'urbanistica, che allorquando la Regione fu interessata, perché interessammo anche la Regione, chiedemmo conforto sul procedimento da seguire, ci disse:"Optate per una variante al piano di lottizzazione". Perché l'ufficio si pose anche il dubbio, che condividemmo, se non fosse il caso addirittura di fare una variante al Piano Regolatore. Perché la ritipizzazione di un'area da C ad F, probabilmente comportava una necessità di variante al Piano Regolatore. Sapete tutti come ci risposte la Regione, o meglio, penso ricordiate tutti come ci rispose la Regione, o meglio, quelli che si sono occupati di questa faccenda. La regione ci rispose dicendo:"fate una variante al Piano di lottizzazione".   Sapete perché? Perché non andava alla Regione. La variante al Piano di lottizzazione non va alla Regione.  Ponzio Pilato si lavò le mani. Quindi, questo era il discorso urbanistico. È superato ormai, riguarda altri aspetti.  
Ripeto, torniamo noi questa sera a questa bilancia di interessi.  
Cosa è una RSA? Perché io credo che l'Amministrazione, anche in questa circostanza, lo abbiamo visto in altre occasioni, però anche in questa circostanza, ha complicato la vita del privato. Più di una volta, consigliere Cavalera, ai colleghi di maggioranza , a qualche collega di maggioranza ponemmo questo quesito: Bene la variante al piano di lottizzazione. Facciamo un  procedimento forzato, ma facciamolo. Però, siete realmente consci di quello che il privato sarà chiamato a fare, approvando quella convenzione? Ma è proprio una RSA, proprio quella Residenza Sanitaria Assistenziale? Quel quasi irraggiungibile che il privato intende realizzare? Ma è realmente questo? Cioè, abbiamo parlato chiaramente? Come Comune, con il privato che vuole fare quest'opera meritoria, abbiamo parlato chiaramente? Per dire: "Guarda, caro privato, noi ti apprezziamo, è assolutamente bello, utilissimo quello fai per la collettività, però guarda che quello che stai per fare ti pone su un percorso irto di ostacoli, difficile". Anche in termini economici, parliamoci chiaramente, perché realizzare una Residenza Sanitaria assistenziale è realizzare un quasi ospedale, perché è una via di mezzo tra un ospedale e una casa di cura, semplice casa di riposo. È una struttura intermedia, perché si associano anche prestazione di tipo sanitario, con personale sanitario interno, con un tipo di attrezzatura di riabilitazione. Insomma, richiede un investimento significativo, importante.  
Io credo, consigliere Cavalera, che probabilmente non siamo stati chiari o non abbiamo capito bene, Cioè abbiamo complicato la vita. Perché, se questa sera stiamo venendo qui in Consiglio comunale a fare questa variazione allo schema di convenzione, è perché probabilmente ci si è resi conto che non è soltanto il tipo di procedimento che è complesso. Perché, quanti procedimenti vanno a Bari, Prodotte Nuzzo? Quanti dei nostri procedimenti edilizi, purtroppo, si incrociano con le strade di Bari? Normale amministrazione.  
Quindi, io credo che non è tanto il fatto che il procedimento per l'autorizzazione alla apertura di una RSA debba essere gestito al di fuori, all'aver creato una certa idea nel modificare queste richieste, ma proprio la difficoltà concreta nel realizzarsi, nell'imbarcarsi in un'impresa difficile. Comprensibilissimo. Io sto dicendo che l'errore lo abbiamo fatto noi, lo ha fatto il Comune, lo ha fatto l'Amministrazione nel momento in cui non la messo in grado il privato di fare una scelta consapevole.  
Consentitemi di leggervi un attimo che cosa è una RSA. Perché tutto fa cultura. Io non sono un esperto di materie sanitarie, però con l'occasione ho approfondito anche questo aspetto.  
Una RSA, sostanzialmente, "è una struttura sanitaria extra ospedaliera - leggo dal Regolamento alla RSA dedicato, che è il Regolamento n. 8 del 2002 - che si rivolge"...  ed è questo, sostanzialmente, quello che dobbiamo capire questa sera . Poi lo condividiamo, per l'amor di Dio, però  è bene  capire questa sera che l'Amministrazione sta spostando l'attenzione su una struttura con un target di riferimento completamente diverso. Perché, mentre nella struttura RSA è possibile trovare ricovero per le persone non più in età evolutiva, dice il Regolamento, portatrici di alterazioni morbose e  stabilizzate e persone non più in età evolutiva... Noi, a giurisprudenza, facciamo un esame che si chiama "Psicologia dell'età evolutiva", e quei testi dicono che dai 18 anni in su si smette di stare nell'età evolutiva e si passa ad un'altra fase.  
Quindi, si tratta di un target molto ampio: persone anziane, persone adulte colpite da handicap di natura fisica, persone adulte portatrici di disturbi psichiatrici. Comprendiamo benissimo che è un target molto ampio. Quindi, quello che stiamo facendo questa sera è un restringimento anche di target. Ripeto: lo condividiamo, però è bene dare un voto favorevole condiviso, piuttosto che non darlo e rimanere con quello che si ha da dire.  
Stiamo restringendo il target, quindi, dei futuri, tra virgolette, è un termine improprio, assistibili: dai 64 anni in su. C'è , quindi, non solo una differenziazione di tipo strutturale, di personale da impiegare, di strutture interne e quant'altro, ma anche di target.  
Quindi, in realtà stiamo operando una trasformazione sostanziale fra quello che avevamo in mente di fare, o deciso di fare in un primo momento, e quello che ci viene richiesto di fare questa sera in un secondo momento.  
Ora, questo è il quadro nel quale occorre muoversi . Sicuramente è una iniziativa da condividere. Sicuramente l'Amministrazione in questo senso, a mio giudizio, e parlo di amministrazione anche in modo improprio, non soltanto contemplandovi i soggetti di indirizzo politico, ma il Comune nella sua complessità organizzativa, secondo me non ha fornito un'assistenza utile nei confronti della Fondazione, nel momento in cui si è andati a concordare per la RSA.
Quindi, c'è stata una certa leggerezza. Adesso andiamo a modificare questo discorso.  
Anzi, io sarei dell'idea di cassare proprio il termine RSA, dalla convenzione. Perché, per quanto mi è dato di capire, sia dalla richiesta della Fondazione, sia dalla relazione del Sindaco, la fondazione, in buona sostanza, predilige la strada delle strutture alternative alla RSA che ci sta proponendo questa sera. Quindi, secondo me non ha ragione di restare questa dizione nello schema di convenzione.  
Una dizione di quel tipo, cioè RSA o alternativamente le altre tipologie, si potrebbe giustificare soltanto se si mettesse una norma nella convenzione a dire: "Io parto per fare la RSA. Nel momento in cui, però, la Regione mi dice che non la posso realizzare per problemi di compatibilità di programmazione regionale, allora faccio una RSSA.". Però secondo me oggi non ha ragione di restare quella dizione RSA, perché secondo me ormai non è più nell'orizzonte fattibile.  
Quindi, si potrebbe fare ulteriormente uno sforzo e rendere ancora  l'atto migliore, in maniera tale da togliere qualsivoglia interpretazioni dubbia. Quindi togliere proprio la RSA e far mantenere soltanto queste strutture alternative.
Ciò posto, ciò dettò, è logico che noi esprimiamo, lo faranno anche gli altri colleghi, l'apprezzamento, la condivisione, l'entusiasmo per questa iniziativa, sperando che questi gesti possano essere presi d'esempio per le future generazioni, che questo sia un altruismo trasmissibile, sia d'esempio, e che comunque il Comune supporti, pasticciando quanto meno possibile, l'attività del privato perché sia effettivamente sviluppabile secondo procedimenti semplici, chiari, schietti.  
Quindi, un "grazie" e procediamo sicuramente, almeno per quanto ci riguarda, oltre, sperando che questa struttura potrà presto vedere la luce e che quanto meno persone ci possano andare, ma perché le famiglie magari avranno la bontà di trattenere le persone anziane in casa, perché queste strutture non dovrebbero mai sostituire l'affetto e il supporto di questa famiglia. Però speriamo lo stesso, per il bene del paese, per il bene della nostra Ugento, che tutti vogliamo perseguire, che questa struttura veda la luce quanto prima è possibile. Grazie.  
PRESIDENTE - Grazie, consigliere Giannuzzi  
CONSIGLIERE GIANFREDA - Signor Presidente, gentili intervenuti. Come se qualcuno dei consiglieri di minoranza, nell'occasione dell'approvazione della delibera che riguardava, appunto, l'idea della signorina Mazzeo come Presidente dell'associazione Francesco Mazzeo, di dare un servizio utile ai concittadini di Ugento e dintorni, qualche consigliere della minoranza, ed io voglio mettere in evidenza, fu profeta. Perché voglio leggervi le quattro righe dell'ingegnere Cavalera, mio capogruppo, quando, proprio su questo termine RSA o RSSA fu molto chiaro in Consiglio comunale.  
Come ha detto chi mi ha preceduto, un elogio sempre, come avevamo fatto già in quella delibera, all'iniziativa del privato che, consentitemi, io ho avuto modo di conoscere in questi ultimi anni soprattutto, come la signorina Mazzeo, che ho conosciuto una persona dai profondi sentimenti di solidarietà.  
E questo aiuta molto, oggi come alcuni mesi fa, a credere veramente che l'associazione, da lei presieduta, voglia col cuore dare un servizio che finora manca alla nostra cittadinanza. Ed io sono convinto che va ancora oggi dato sostegno, ed hanno fatto bene i consiglieri che mi hanno preceduto, va dato sostegno a quell'idea, anche se, ed io immagino, un privato espone un desiderio, non può andare a cavillare quale sigla, quale tipo di struttura dal punto di vista giuridico può essere più adatto al territorio, quale tipo di struttura può essere più facilmente e più celermente raggiungibile, rispondendo sempre a quelle che sono le esigenze del territorio.  
E quindi, concordo che il privato non ha avuto assistenza da parte dell'Amministrazione comunale; concordo che, pur con qualche intervento in commissione ed in questo Consiglio comunale, alla maggioranza siano state un pò rizzate le antenne, magari per perdere allora una settimana in più e passare poi alla realizzazione di quello che, a mio avviso, comunque, e noi lo avalleremo a scanso di equivoci, comunque è un servizio che rende onore a chi lo effettuerà a costo zero, va precisato, per il Comune, e per il quale si sarebbe perso molto più tempo. Probabilmente la struttura sarebbe stata già in funzione, se non fosse stata portata questa questione su binari che erano tortuosi per il loro raggiungimento.
Quando l'ingegnere Cavalera diceva: "In questo caso stiamo parlando di una Residenza Sanitaria Assistenziale che, teniamo presente, non è un ricovero per anziani o un ospizio, l'RSA nella A.S.L. i a posti letto come un ospedale, sono subordinati e commisurati agli abitanti, cioè tanti posti letto per abitante". Esattamente come si fa la pianificazione della nascita di un ospedale. "Non è che uno può intervenire a casaccio. Allora - proseguiva il consigliere Cavalera - se dobbiamo interpretarla come residenza sanitaria assistenziale c'é questo rischio", cioè quello di non far vedere la luce alla struttura per quanto era tortuoso il cammino.
"Se poi dobbiamo pensare, già da adesso, che invece di una RSA sarà sulla carta RSA, ma sarà un vero e proprio ospizio, come sta succedendo in altre SRA già esistenti, che di fatto si stanno trasformando in ospizio, però sulla carta noi le chiamiamo RSA".  
Era un messaggio per dire: "Fermiamoci dieci giorni altri, vediamo di dare la possibilità, a chi vuole dare questo servizio, di dare un qualcosa che possa davvero essere realizzata, un qualcosa che possa essere davvero fatta in tempi anche relativamente brevi, ma la positività di questo è che, ed è per questo che noi la rivoteremo, è che pur ridimensionando quelli che sono le tipologie e l'ampiezza dell'età che, come ha detto il consigliere Giannuzzi, va dai 18 all'infinito, a 100 anni e più, dobbiamo però dire che con questa trasformazione si allarga la tipologia di chi dovesse usufruirne. Perché io sono convinto che se la struttura sarà realizzata con i sacri crismi, con i criteri che la A.S.L., la Regione detteranno, oltre che il Comune, quei 24 - 30 posti letto, proprio perché è qui che dobbiamo guardare noi a livello politico...  Noi abbiamo detto: "Apprezziamo il privato che si è mosso tra tante difficoltà, non ultima la richiesta fatta qualche giorno fa di trasformazione", perché sicuramente è stata consigliata in maniera giusta "e noi politicamente dobbiamo anche guardare che pur avendo, consigliere Giannuzzi, delle prestazioni da quella struttura meno sanitarie, l'aspetto sociale l'organo politico non lo deve mai sottovalutare".  
Oggi tutti, più di 20 - 30 - 50 anni, abbiamo gravi problemi, sia per i ritmi della vita delle nostre famiglie, sia perché la possibilità di avere, per il nostro genitore, un nostro nonno e quant'altro, la possibilità di avere una struttura che possa accudire, che possa curare, che possa vigilare e nello stesso tempo mi permette di stare a non più di 100 - 200 - 500 metri dal mio parente, il lato politico noi non dobbiamo trascurarlo.  
Verrebbe voglia dire: "Ma che state combinando? Vi avevamo avvisati". Cioè, rivendicazioni, etc.. No, sta prevalendo in noi, pur rimarcando le criticità del cammino che non dipendono dal privato,  il senso di responsabilità del servizio che Ugento potrà avere da qui a qualche anno.  
E quindi, questo ci induce a soprassedere su qualcosa che non è stato, forse, visto a tempo giusto, e quindi a sostenere e ringraziare ancora una volta la Signorina Mazzeo e la sua associazione e che auguriamo, con questa variante, con questa modifica, possa davvero accelerare i tempi di realizzazione, perché sono certo, conoscendola, che l'intento unico rimane quello di dare un servizio che oggi ad Ugento manca.  
PRESIDENTE -  Grazie, consigliere Gianfreda. Prego, consigliere Coppola. Avevo capito che vuole intervenire.
CONSIGLIERE COPPOLA - Se vuole che intervento, posso intervenire. Due minuti, tanto per ringraziare l'iniziativa e l'idea di questa signorina, cioè della signorina Mazzeo. Noi anche politicamente esprimiamo il voto favorevole, in quanto l'iniziava è eccellente. Noi ammiriamo l'impegno dimostrato in questi anni che  io ho anche praticato il Comune. Cioè, possiamo augurare un buon inizio, visto che alla variante verrà dato sicuramente esito positivo.  
Gli diciamo "In bocca al lupo".  Grazie.
PRESIDENTE  - Grazie, consigliere. Prego, Sindaco.  
SINDACO - Io avevo preso un po' di appunti per chiarire alcuni quesiti che sono stati posti. Però, vista la disponibilità di tutti quanti per votare a favore, per evitare che qualche mio chiarimento possa far sorgere qualche polemica, non faccio nessuna precisazione. Prendo atto di quello che è stato detto. I chiarimenti, semmai, saranno dati successivamente, anche in sede di ufficio, di eventuali incontri. Volendo, possiamo sempre approfondire anche con i tecnici della fondazione, che hanno realizzato egregiamente quest'opera.  
Mi preme soltanto ringraziare la signorina Mazzeo, che è la prima volta, credo, che sia presente in questa aula consiliare, per la sensibilità dimostrata nei confronti di tutta la collettività ugentina. Perché quest'opera, come è stato detto già da qualcuno, è un successo di tutta quanta la città di Ugento, ma è un dono che la signorina Mazzeo, essendo cittadina di Ugento, ha voluto dare a tutti quanti noi.  
Ti chiamo col nome, Mariolina, perché ci conosciamo, siamo stati anche collegi d'insegnamento, siamo stati amici per tanti anni. Io voglio ricordare anche in quest'aula il motivo della nascita di questa fondazione e la nascita di questa opera. E credo di non sbagliare dicendo che tu quest'opera, avendo voluto dedicarla allo scomparso dottor Francesco Mazzeo, che qualcuno di noi più anziano, qui vedo Mirco Urro, mio fratello Cosimo, qualcun  altro ricorderà senz'altro, io credo che alle nuove generazioni questo dono, questa tua voglia di fare del bene all'intera collettività, ma soprattutto questa tua disponibilità a creare una struttura che rimarrà nella storia di un Ugento come un esempio indelebile della generosità umana... Perché di questi tempi molte volte leggiamo atti, leggiamo cose che ci fanno venire i brividi soltanto a pensare della crudeltà e della malvagità di alcune azioni umane.  
Questa sera, invece, stiamo festeggiando veramente con grande affetto, con grande attenzione la nascita di un'opera che è frutto della generosità di una persona ugentina. Ti siamo grati e speriamo di poter (lo faccio come augurio personale) di poter essere io a inaugurare, anche perché durerò poco: un anno e mezzo e poi... Vediamo se riuscite a fare in fretta. Avrei molto piacere di inaugurare personalmente quest'opera.  
Ti ringrazio ancora e a tutti quanti voi grazie.  
CONSIGLIERE GIANNUZZI - Speriamo che verremo a trovare il Sindaco nella struttura.  
PRESIDENTE - Votazione. Chi è favorevole?  
VOTAZIONE
UNANIMITÀ DEI PRESENTI
PRESIDENTE - Per l'immediata esecutività?  
VOTAZIONE
UNANIMITA DEI PRESENTI

[La seduta termina alle ore 18:00]

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