lunedì 7 dicembre 2009

Consiglio Comunale del 24 novembre 2009: O.d.G. e resoconto

 
COMUNE DI UGENTO
CONSIGLIO COMUNALE del  24/11/2009
ORDINE DEL GIORNO
  1. Approvazione progetto in variante al PRG ai sensi dell'Art. 5 del D.P.R. 447 /98 "progetto per la realizzazione di un centro per vacanze e turismo sostituito da un albergo in ampliamento al complesso già esistente". 
  2. Settore d'intervento n. 14 - zona C2 del vigente P.R.G.C. - Ditta Rasera Benedetto. Approvazione del Piano di lottizzazione e delle modifiche e integrazioni apportate allo schema di convenzione. 
  3. Settore d'intervento n. 6 - Zona C1 del vigente P.R.G.C. - Ditta Marsano, Labbate e altri. Approvazione del Piano di lottizzazione e delle modifiche e integrazioni apportate lo schema di convenzione.
  4. Piano di lottizzazione settore n. 22 - zona D4 del vigente Piano Regolatore. Approvazione , modifiche e integrazioni allo schema di convenzione.    


PUNTO 1 O.D.G.
Approvazione progetto in variante al PRG ai sensi dell'Art. 5 del D.P.R. 447 /98 "progetto per la realizzazione di un centro per vacanze e turismo sostituito da un albergo in ampliamento al complesso già esistente"   


PRESIDENTE - Prego, assessore Mauro.  
ASSESSORE MAURO - Buongiorno a tutti. È un argomento, ormai, che ci portiamo avanti da circa cinque anni. L'avevamo già portato due Consigli fa, però poi vi fu una lettera da parte del privato, che vi erano delle correzioni che doveva apportare su quelli elaborati. E quindi si ritenne corretto non approvarlo in quella seduta, ma dargli la possibilità di variare questi elaborati, e quindi riportarlo nella prima seduta utile, dopo che avesse apportato queste variazioni. E quindi, da circa una settimana, dieci giorni che era pronto, e quindi abbiamo ritenuto di riportarlo nuovamente in Consiglio comunale per l'approvazione definitiva, visto che ha avuto un iter abbastanza travagliato, forse è passato due - tre volte in commissione. Quindi ritengo che sia stato abbondantemente sviscerato, valutato, verificato e ponderato. Quindi ritengo che oggi questo progetto possa essere finalmente approvato in maniera definitiva.    
PRESIDENTE - Grazie, assessore. Prego, consigliere Riso.    
CONSIGLIERE RISO - Buongiorno a tutti. Grazie, Presidente. Solo per dire che questo progetto finalmente è arrivato alla sua conclusione, dopo tante peripezie e dopo tante deficienze, in particolar modo da parte degli uffici preposti all'istruzione della pratica tutta., nel momento in cui, evidentemente, a mio avviso, non funzionano come dovrebbero.  Perché bisogna informare fino in fondo gli operatori turistici, i cittadini tutti, gli operatori commerciali nel momento in cui avanzano delle richieste legittime all'amministrazione, per la realizzazione di opere relative a insediamenti e ampliamenti turistici, alberghieri., di ristorazione e così via.  Perché non si può arrivare a far fare lo sbaglio ai tecnici della persona interessata, o in questo caso della società interessata, quando ci si presenta con volumetrie triplicate, quando la Legge stabilisce che al massimo devono essere il doppio dell'esistente.  In poche parole, se sono mille metri quadrati, allora la metà si può costruire, non più della metà. Quindi, mille metri, significa aggiungere 500 metri altri. Non più dell'esistente, volevo dire, mi sono spiegato male. Quindi, su 100 metri, 200, non oltre.  Però, evidentemente, in quell'occasione non fu detto ai tecnici della SL sport di fare questo. E quindi, sono arrivati in commissione urbanistica disinformati. Per cui abbiamo dovuto rigettare la cosa. Tanto è vero che la commissione e il Presidente, l'ingegnere Nuzzo ritirò insieme alla maggioranza l'argomento e poi lo ripresentò integrato e sistemato delle parti essenziali.  Questo per dire che comunque il sottoscritto è sempre disponibile a tutti i cittadini, non comuni mortali e immortali in questa materia. Soprattutto direi ai cittadini mortali, i cittadini come me, i cittadini che aspettano, magari in situazioni, come in questo caso, anni biblici per arrivare poi a conclusione dei loro progetti, per poi passare alla realizzazione.  Qui i problemi, ripeto, sono sostanziali, politici e tecnici, tipo la pianificazione con la scaletta delle priorità, sia nel pubblico e sia nel privato, a favore dei cittadini, soprattutto comuni mortali, che definisco io. Poiché gli stessi aspettano tempi biblici per la risoluzione dei loro problemi edilizi, commerciali e sociali.  Voglio dire ancora, per i Verdi, che rappresento in questa assise, che qui la fanno da patroni gli immortali operatori commerciali, turistici, etc.. A differenza di chi, come me, aspetta regolamenti comunali per il disbrigo e la risoluzione dei propri problemi.  Dello specifico, manca ancora l'istruzione esatta ai cittadini, o chi per loro, nella presentazione delle pratiche edilizie da parte degli uffici tecnici.  Se non per supportare poi i più furbi, anche dei nostri tecnici consiglieri. E mi riferisco in particolar modo: l'altra sera, fra le tante commissioni urbanistiche, un nostro collega tecnico e un suo socio che collabora, non ha avuto il coraggio, un attimino, siccome qua stiamo parlando di legalità, un attimino prima di dirci: "Questa pratica è una pratica che ho approntato come progetto io". Non si può venire dopo un'ora che era iniziava la commissione edilizia e essere presenti poi per quello che attiene personalmente al progetto. Così prendiamo in giro i cittadini. Bisogna essere presenti pure nel momento in cui si istruiscono le pratiche dei comuni mortali che dico io.  E questo avviene sia a livelli di insediamenti turistici, grandi e mega, sia a livello di piccoli insediamenti rispetto a quelli. Questo non deve succedere. Noi dobbiamo dare priorità al comune cittadino che prende un'iniziativa e vuole, dal punto di vista edilizio, dal punto di vista commerciale, dal punto di vista sociale, vuole sapere e vuole approntare un progetto.  Dobbiamo approvarlo subito, soprattutto.  Perché è inutile poi venire qui a giocare a prendere in giro la gente, dicendo che al sottoscritto, perché si astiene sul bilancio... Ma scusate, ve l'ho e lo ribadisco: tanto votare no o votare sì era la stessa cosa.  Piuttosto facciamo l'opposizione che dobbiamo fare.   
 PRESIDENTE - Consigliere Riso, quando parli rivolgiti a me. Poi, quando parli di tecnici che arrivano tardi e altri problemi, vogliamo sapere chi sono questi tecnici.    
CONSIGLIERE RISO - Vuole andare a nozze il Presidente. Allora, qui ci conosciamo tutti. Voglio dire: conoscono me, conoscono gli altri e quindi non c'è tanto da additare qualcuno. Perché io non sono venuto a additare qualcuno, quanto a dire il problema qual è.  Quello, cioè, ultimi condizionamenti. Se non riusciamo a spogliarci di questi condizionamenti e veramente iniziare a fare il bene Comune, neanche quando si parla di casa comune, solo in occasione di elezioni, e poi la casa è di poche persone che continuano a fare... è questo il principio che cerco di far passare.  Allora, ripeto, per chi segue i Consigli e per chi non li segue, tanto rimane l'elaborato scritto, non si può venire a chiedere al sottoscritto, ripeto, come mai, di dare spiegazione come mai si astiene.  Quell'astenersi significava un segnale forte, secondo il sottoscritto, sia alla maggioranza e sia all'opposizione, per dire che non possiamo continuare a prenderci in giro soprattutto prima fra di noi e poi continuare a prendere in giro la gente. E non è un comizio questo, ci tengo a precisare.  Come, allo stesso modo, chiedere ragioni al sottoscritto, che in quell'occasione disse: "Mi astengo, perché ogni tanto..."... e comunque non rispondo alle sollecitazioni dei miei, del Centrosinistra. Nel momento in cui... tu capisci sempre una cosa per un'altra, scusami.  Nel momento in cui, ripeto... Mi hai fatto perdere il filo.   
PRESIDENTE - Vai alla conclusione, che è scaduto il tempo.    
CONSIGLIERE RISO - Il tempo mio qual è?    
PRESIDENTE - Quindici minuti.    
CONSIGLIERE RISO - Quindi, in ragione di questo, stavo dicendo, che non si può continuare a comportarsi in questo modo. Legittimo chiedere al sottoscritto, in quell'occasione, come mai il sottoscritto si è astenuto al voto sul bilancio, ma bisogna essere dall'altra parte, in questo caso dalla nostra parte, coerenti con quello che si dice o che si chiede agli altri, dando il buon esempio, non certo andando a fargliela fare da padrone alla Lega Ambiente in questo territorio.  Oggi mi è venuta l'idea, vedendo Maurizio Manna, che viene spesso a farla da padrone. Perché qui in questo caso non c'è nessuno che veramente vuole gestire ecologicamente questo territorio.  Ecco che viene Maurizio Manna e la fa da patrone.  E come se non bastasse, nomina a Presidente la mamma del consigliere Minenna, per andare a prendere il contributo della provincia e affittare le biciclette, donate gratis dalla provincia. E poi si permette di chiedere spiegazioni chi gioca a fare il comunista. Questa è la realtà. Perché l'ho sfidato e lo sfiderò nei prossimi giorni, nel momento in cui farò dei comizi informativi per dire quello che sta succedendo a Ugento. Io l'ho sempre detto e continuerò a dirlo. Nel momento in cui non è riuscito a tutt'oggi... L'altro giorno mi sfidava a trovare un posto di lavoro. Un posto di lavoro per il proprio gruppo. Questa è la realtà. Queste cose diciamocele.  Allora, allo stesso modo dico, piaccia o no, lo stesso consigliere Coppola, che  sta infastidendo il sottoscritto , mi tira ad hoc una risposta subito da dare a lui. Nel momento in cui, e qui sono costretto a tirarla in ballo, nel momento in cui avete dato voce a chi non è in grado neanche di rappresentare se stesso, se non i propri interessi. Ecco il qui presente Coppola. Questo fa tutti i giorni. Nel momento in cui oggi, per lui, domani per il fratello...    
CONSIGLIERE COPPOLA - Presidente, è vergognoso. Lei è il responsabile di questo Consiglio e continua a far parlare una persona fuori dall'argomento. Presidente, non sa fare il suo lavoro.    
CONSIGLIERE RISO - E chiudo la parentesi: nel momento in cui prendono le distanze a livello... 
PRESIDENTE - Consigliere Coppola, prendi posto, per favore.    
CONSIGLIERE COPPOLA - Sei vergognoso, Presidente. Non sai fare il Presidente del Consiglio. È vergognoso! Lei non sa fare il Presidente del Consiglio. Stiamo facendo un argomento che interessa i cittadini e stai facendo parlare Totò Riso di altre cose.   
 PRESIDENTE - Consigliere Coppola, sei degno delle scorrettezze che combini.    
CONSIGLIERE COPPOLA - Non sai fare il Presidente!    
PRESIDENTE - Sei degno delle scorrettezze che combini! Io mi vergognerei, invece, di fare il consigliere Comunale nel modo come lo fai te.    
CONSIGLIERE RISO - Scusate un attimo. Lei mi sta interrompendo. Presidente, intervenga.   
PRESIDENTE - Prego, consigliere Riso.    
CONSIGLIERE RISO - Nel momento in cui hanno preso le distanze all'interno di Italia dei valori, che non vogliono avere a che fare con lui. Stai disonorando Peppino Basile. Questo sta facendo. E purtroppo ve l'ho detto e lo dichiaro, potete chiamare tutte le autorità. L'ho sbagliata col morto, col vivo e con i vivi. Questa è la realtà.    
PRESIDENTE - Consigliere Riso, entra nell'argomento.  Entra nell'argomento, hai cinque minuti altri e poi devi chiudere.   
CONSIGLIERE RISO - Detto questo, ripeto, io chiedo all'apposizione cosa vuole fare. Sono ancora disponibile a lavorare insieme per fare una vera opposizione. E qui su questa cosa mi deve sfidare l'opposizione, non a fare la lotta l'un l'altro armati. Sempre questo avete fatto nei miei confronti. E non è vittimismo questo. Questa è la realtà. Allora, c'è un limite a tutto.  Io in campagna elettorale ho lasciato perdere tutto, ma non lascio perdere niente più. I cittadini devono sapere come si comporta Totò Riso, come ci comportiamo tutti.  E finisco questa parentesi. Nel momento in cui io ero in ospedale, e non sono venuto a parlare di me, hanno cambiato il Regolamento. E qui sono risentito con tutti. Il Regolamento comunale, a dare voce a chi non ha voce, a fare il capogruppo di che? Questa è la realtà. E qui, mi dispiace, devo rimproverare la maggioranza e l'opposizione che hanno approfittato quando io ero assente.    
PRESIDENTE - Consigliere Riso, concludi.    
CONSIGLIERE RISO - Oltre tutto, ripeto, Gianfranco Coppola è stato un mio ospite nella lista che feci io e il buonanima. Quindi lui non c'entrava troppo niente. Non ha preso mai le distanze... O meglio, ha preso le distanze di Peppino Basile, in quel Consiglio del 6 giugno. Non per rispolverare, ma queste cose la gente le deve sapere.  E man mano vedrai.  Detto questo, ritorno e concludo sul tema: che qui non posso continuare a rovinarmi la salute su un bene Comune. Qui stiamo parlando di bene comune. Quando andremo dinanzi al vescovo, lo dirò anche a lui, perché c'è il sacerdote che si comporta in un modo, l'altro nell'altro. Qui il bene comune va dato come esempio, prima da parte del Sindaco, poi della Chiesa, quindi le istituzioni religiose e civili, ognuno deve fare la sua parte. Come io cerco di fare la mia.  E così i cittadini.   E con questo non sono risentito con nessuno. Pur arrivando a scaldarmi in questo modo, non lo faccio se non per passione, se non per un attimino di risentimento, consentitemelo, umano, con queste persone che mi fanno del male tutti i giorni. Meno male che ogni giorno si salva qualcuno.    
PRESIDENTE - Grazie, consigliere Riso.    
CONSIGLIERE RISO - Non ho concluso, Presidente.    
PRESIDENTE - Devi finire ormai.    
CONSIGLIERE RISO - Allora, concludo sull'argomento.    
PRESIDENTE - O chiudi o ti tolgo io la parola.    
CONSIGLIERE RISO - Ho finito. E qui mi trovate disponibile a tutto, a collaborare con tutti.  Il vorrei che questo esempio, e finisco con questo monito, partisse dai miei amici dell'opposizione per ricucire questo strappo, che non potevo più evitarlo. E veramente a incominciare da subito a sostenere tutto ciò che è bene comune. Grazie.   
PRESIDENTE - Grazie, consigliere Riso.  Votazione. Se nessuno mi chiede la parola, vado alla votazione io.  Prego, consigliere Cavalera.     
CONSIGLIERE CAVALERA - Grazie, Presidente. Non voglio seguire il consigliere Riso, assolutamente, sulle sue farneticazioni di poco fa. Ti dico soltanto una cosa: che su questi presupposti, per quanto mi riguarda, non ti vorremmo nemmeno all'apposizione, Salvatore.  Però passiamo all'ordine del giorno. Su questo ordine del giorno io dirò soltanto poche parole, perché mi dispiace per le illusioni che questa amministrazione continua a dare ai cittadini. E questa non è la prima volta. Perché tante volte è successo che riuscite a mettere i cittadini nei guai, soprattutto su questi provvedimenti in deroga. Tanti cittadini, non solo in questi ultimi tempi, ma anche nella precedente amministrazione, sono stati illusi da queste procedure in deroga. Tanti cittadini hanno speso tempo, hanno speso soldi e si è finiti a questioni legali, ricorsi al Tar, senza poi ricavarne niente.  Anche questo ordine del giorno, questo progetto, è un grande pasticcio. È un pasticcio che alla fine rischia di penalizzare il cittadino richiedente stesso. Rischia di penalizzare l'imprenditore o gli imprenditori al quale voi ritenete, invece, di andare incontro. Perché, con questi provvedimenti, mettete un imprenditore sotto una spada di Damocle esposto a ricorsi per anni e anni. Anche eventualmente  dopo aver realizzato l'opera. Non è così, secondo me, che si aiuta l'economia di un paese o di un territorio. E non è così che si dà un corretto sviluppo al territorio.  È una proposta, come dicevo, pasticciata in tutto il suo iter, dall'inizio fino alla conclusione. In questa proposta, che fra parentesi è la terza che preparate su questo argomento, e è la terza proposta con dati sempre diversi, sia dati urbanistici, e sia dati tecnici. Addirittura anche il testo della proposta è cambiato per tre volte. Il titolo del progetto è cambiato più volte.  E quindi, sinceramente, non ho altro termine da dare, se non un pasticcio, appunto.  Nella proposta, tra l'altro, non è richiamato neanche il parere della terza commissione. Parla solo nelle premesse della seduta del primo settembre, l'assessore Mauro diceva che è andata più volte in commissione. Io, che faccio parte di quella commissione, mi ricordo solo la seduta dell'1 settembre, nella quale si è esaminata una proposta e un deliberato completamente diverso, sia da questa, che avete portato oggi, sia da quella che avevate portato anche in un precedente Consiglio comunale.  Per cui, questo ordine del giorno doveva passare di nuovo in commissione, secondo me. Perché sono variati gli elaborati, sono variati i dati urbanistici. Addirittura in questi ultimi elaborati corretti, sono cambiati addirittura i dati sulla struttura esistente. Cioè, delle cose proprio assurde. Cioè, sono cambiate: la superficie coperta, il volume della struttura esistente, di quello che esiste sul posto. Come se le altre due volte si sia lavorato su un'altra struttura.  Tra l'altro, in quell'unica commissione in cui questo argomento è passato, erano emersi degli interrogativi e delle perplessità, che sono state completamente ignorate. Le avevo fatte presenti io, però sulle quali si è sorvolato completamente. Perché io chiedevo se esisteva o meno una procedura in corso per abusivismo edilizio, perché non si evince dagli atti. C'era la questione della superficie coperta, i volumi, che sono state le uniche cose corrette. I nuovi elaborati non avevano acquisito i pareri dei enti preposti. Il verbale della conferenza di servizi non era stato inviato alla sovrintendenza per il paesaggio. Io chiedevo anche che fosse fatto una valutazione di impatto ambientale già in questa fase, ed altre cose.  Tra l'altro, dobbiamo tener presente che la conferenza di servizi è una procedura straordinaria, che dovrebbe essere motivata puntualmente dall'ufficio. In questo caso l'istruttoria dell'ufficio si è ridotta soltanto al parere in sede di conferenza dei servizi e basta.  Addirittura, per come stanno le cose, secondo me questo progetto doveva passare di nuovo in conferenza dei servizi, in quanto i dati conclusivi, riportati nel verbale della conferenza di servizi, sono errati. E oggi si deve prendere del verbale della conferenza di servizi. Nel deliberato dell'ordine del giorno di oggi ci sono parametri diversi da quelli che ci sono nel verbale della conferenza di servizi. Quindi, ecco perché dico che è un pasticcio, da cui non si riesce a capire come uscirne.  Io dico che è un ripiego, è una forzatura quello che si è fatto e soprattutto quello che si sta per fare, se verrà approvato questo ordine del giorno.   Tra l'altro non si capisce perché, per esempio, visto che la Regione diceva già dal febbraio 2009 come doveva essere sistemato il progetto, non si capisce perché è andato in conferenza di servizi con i dati ancora... non si è corretto addirittura il progetto prima della conferenza di servizi.  Quindi, c'è stata, secondo me, molta leggerezza e superficialità. E tutto questo, ripeto, non significa essere cattivi o voler buttarla in politica.  Diciamo, fermare questo provvedimento e, al limite, cercare di riproporlo in altro modo, significa soltanto salvaguardare gli stessi interessi degli operatori economici e dei cittadini, salvaguardandoli con trasparenza di procedura, con correttezza, in modo da non arrecare danni successivamente agli stessi richiedenti. E non far perdere tempo inutilmente.  Questo sentivo di dire, Presidente, su questo argomento.   
 PRESIDENTE - Grazie, consigliere Cavalera. Prego, consigliere Giannuzzi.   
 CONSIGLIERE GIANNUZZI - Grazie, Presidente. Io mi riallaccio brevemente al concetto che ha esposto in conclusione del suo intervento l'amico consigliere Cavalera.  Cioè, quando ci troviamo di fronte a delle proposte progettuali, a iniziative che provengono da imprenditori, soprattutto in un periodo di contingenza economica negativa, quale è quella attuale, anche se questo progetto prende le mosse parecchi anni addietro, quando forse la situazione economica era meno disastrosa, anche per chi faceva la richiesta di fare questi interventi, perché oggi sappiamo che il ricorso al credito è difficile, ci sono dei parametri molto più complessi, molto più rigidi, quindi il quadro economico , macro economico, diciamo, che sussisteva all'epoca in cui il richiedente presentò questa istanza, probabilmente è mutato.  Il danno deriva anche da questo ritardo dell'amministrazione. Perché ci può essere anche un danno derivante da un provvedimento negativo, ci può essere anche un danno derivante da ritardo.  Cioè, quello che magari qualsiasi imprenditori avrebbe potuto realizzare 3 - 4 - 5 anni fa, in una contingenza economica diversa, probabilmente in questo quadro mutato a livello globale, magari, pur con una approvazione, incontrerebbe maggiori difficoltà dal punto di vista pratico nella realizzazione.  Quindi, sicuramente l'amministrazione, qualsiasi amministrazione, di fronte a istanze di questo tipo, ha un dovere di venire incontro alle esigenze del cittadino, per l'amor di Dio.  E occorre che l'amministrazione sia non solo tempestiva, ma sia anche efficace nella propria azione amministrativa. Cioè, sia in grado di consentire al privato imprenditore di realizzare, nell'alveo della legittimità, in un periodo di legittimità, l'intervento che va a proporre.  Anche perché ciò che viene proposto non ci viene dalla luna, ma sono le Leggi e i regolamenti sulle attività produttivamente che in un'ottica di accelerazione e di sviluppo consentono di venire incontro a questo tipo di esigenza.  Dobbiamo fare un esame di coscienza: oggi saremmo in grado di consegnare all'imprenditore... Questo Consiglio comunale oggi sarebbe in grado di consegnare, come diceva l'amico Cavalera, un prodotto legittimo? Intendendosi per prodotto  una deliberazione che consenta al privato di legittimamente realizzare quello che intende realizzare, conseguendo all'aspirazione allo sviluppo della propria azienda?  Io, sinceramente, ho delle perplessità. E mi dispiace che ci siano queste perplessità. Perché, sinceramente, vorrei non averle. Perché, di fronte a questo tipo di intervento, o a queste tipologie di interventi, un'amministrazione soltanto miope si troverebbe di fronte a un muro nel dire "no" senza una motivazione valida.  Consentitemi di fare un esempio. Chiedo al Presidente di avere un attimo di pazienza, perché l'argomento è complesso in sé, quindi è meglio parlare prima, in maniera tale che emerga la situazione, consenta a tutti di fare un attimo due più due.   
PRESIDENTE - Scusa, consigliere, voglio fare una precisazione: sull'argomento in discussione c'è tutto il tempo disponibile per dibatterlo bene.     
CONSIGLIERE GIANNUZZI - Era giusto per chiederle una deroga ai tempi regolamentari.   
PRESIDENTE - L'importante che noi usciamo convinti di quello che noi facciamo.   
CONSIGLIERE GIANNUZZI - È importante questo, dovrebbe essere la regola generale. Quindi, ringrazio il Presidente per la deroga sui tempi.  Consentitemi di partire in maniera soft, come mi è solito fare. Pero, secondo me, questo episodio che vi racconto serve a chiarire un attimo il punto di partenza dal quale oggi bisogna partire per darci una risposta. Quello che stiamo facendo, possiamo farlo secondo Legge? Oppure dobbiamo rivedere qualche cosa?  E consentitemi di raccontarvi un episodio del 1943, di un legittimo pretesto. Vedete, il 25 luglio 1943 c'era un organo costituzionale dello Stato dell'epoca, che era il gran Consiglio del fascismo. Si doveva decidere come far fuori Mussolini. Il Re voleva farlo fuori Mussolini, perché comunque la guerra aveva preso quella piega, l'Italia stava nel baratro, quindi probabilmente Mussolini fece una valutazione di tipo politico e disse: "Fosse è bene che io esca da questa faccenda, e me ne lavi le mani".  Il re voleva toglierlo di mezzo, però aveva bisogno di un legittimo pretesto, perché il Re, anche se era un Re soldato, il nostro caro Vittorio Emanuele III, non aveva il coraggio per affrontare la situazione. La realtà temeva di guardarla in faccia. E poi, come tutti i mi piemontesi, era burocratizzato, quindi rigoroso, rispetto della legittimità, della legalità. Insomma, di cavouriana memoria.  Dovette rivolgersi a qualcuno all'interno del gran Consiglio. Tal Dino Grandi gli offrì il pretesto. Presentò un ordine del giorno e questo ordine del giorno poteva essere interpretato in modo diverso u seconda dei punti di vista. Infatti, il Re lo interpretò in un modo, Mussolini lo interpretò in un altro. Cosa diceva questo ordine del giorno? Invitava, il Gran Consiglio, il Re a recuperare, insieme al potere di comando delle forze armate, anche la suprema iniziativa di scelta, che soltanto a lui le Leggi del Regno affidavano.  Quale era questa potestà suprema di scelta? Carlo Alberto diceva nello statuto: "Il Re nomina e revoca i suoi Ministri". Sostanzialmente, il Gran Consiglio del fascismo votò una mozione di sfiducia, diciamo così, nei confronti di Mussolini.  Sicché Mussolini, che aveva istituito il Gran Consiglio del Fascismo per servirsene come organo consultivo, ma consultivo lo era anche del Re quell'organo, nel momento in cui si presentò da Vittorio Emanuele, disse: "Caro Re, il Gran Consiglio ha detto che tu devi revocare i Ministri, però il parere del Gran Consiglio, che è l'organo consultivo, non lo accetto".  Il re disse: "Non ti dispiacere, caro cavaliere, siccome quello è un organo che riguarda anche me, fa dei pareri anche nei miei confronti, io quel parere lo accetto". E quindi Mussolini fu revocato. Sulla base di un legittimo pretesto.  Sono passati tanti anni e siamo arrivati a quest'oggi.  Noi oggi dobbiamo partire da questa analisi. Lo sviluppo amministrativo di questa pratica si è susseguito nel tempo alla ricerca di un legittimo pretesto o di un illegittimo pretesto, dipende dai punti di vista. Spiegherò più avanti quale è stato il pretesto.  A dire la verità, la sentenza del Tribunale amministrativo, che si è occupato da questa faccenda, attivata giustamente su istanza dell'imprenditore, ci ha detto una cosa. O meglio, non ci ha detto quello che comunemente si sente dire, cioè che il Tar, annullando i provvedimenti dell'amministrazione comunale, ha di fatto spianato la strada al rilascio di questo titolo.  Non è così. Il Tar ha semplicemente detto che nel momento in cui le parti hanno prodotto una tale documentazione, da quella documentazione prodotta è emerso, sostanzialmente, che c'era un difetto di motivazione. Cioè, il Tar non si è convinto sulla base di tutte le carte, perché dalle stesse non emergeva il perché il Comune avesse delegato all'epoca il rilascio di questo titolo.  Debbo dire la verità: che la prima fase della conferenza dei servizi, dal mio punto di vista, è stata gestita male. Perché in realtà si è conclusa con un provvedimento di diniego al rilascio del permesso di costruire.  Infatti fu impugnato quel verbale, in quanto contenente un diniego. Però noi sappiamo benissimo che la conferenza di servizi si chiude con una proposta di variante, che viene avanzata al Piano Regolatore.  Comunque, il Tar non ha detto: "Il privato imprenditore ha diritto". Dice semplicemente: "Dall'esame degli atti emerge che la pubblica amministrazione, nel momento in cui ha determinato la sua volontà, non è stata in grado di dimostrare come ha ragionato".  Cioè, c'è un difetto di motivazione. Quindi, annulla gli atti e gli atti, come è comunemente noto, tornano all'amministrazione, libera di determinarsi, nel senso positivo o negativo, sulla base di una congrua e puntuale motivazione.  Quindi, questo dice la sentenza del Tar.  Né la sentenza del Tar specifica come debba essere qualificato l'intervento. Cioè, se siamo in presenza di una nuova realizzazione o se siamo in presenza semplicemente di un ampliamento di un'attività edilizia esistente.  Sapete perché non lo dice? Perché non è stato oggetto di giudizio, in quanto le parti, in base al principio dispositivo, dispongono, Avvocato Scarcia, della possibilità di porre quesiti al Giudice, le parti al Tar non hanno mai sottoposto il quesito se si trattasse di un ampliamento di un'attività esistente o di una nuova realizzazione. Era un fatto noto. E quindi, per il Codice di procedura civile, tutto ciò che non costituisce oggetto di richiesta e non è contestato, costituisce un fatto pacifico.  Quindi il Tar ha esaminato quella pratica sulla base della qualificazione dell'intervento come ampliamento, ma perché nessuna parte ha chiesto al Tar di qualificarlo.  Quello emergeva dagli atti, e quello il Tar ha valutato.  Il problema sta proprio qui. Cioè, è possibile qualificare questo intervento come ampliamento di una attività in atto? Ampliamento di una attività esistente?  Perché guardate che il problema sta proprio qui. E la risposta a questo quesito non è indifferente. Perché, nel momento in cui è positiva questa risposta, cioè si tratta di ampliamento di una attività esistente, allora possiamo fare ricorso alla procedura semplificata di variante, omettendo di verificare se nel Piano   Regolatore esistano o meno delle aree sufficienti per la realizzazione dell'intervento proposto. Se la risposta che ci diamo è negativa, cioè non è l'ampliamento di un'attività in atto, come dice la Legge e come dicono le circolari regionali, interpretative, ma si tratta della realizzazione di una nuova opera, allora la Legge ci impone prima di andare a verificare se nel nostro strumento urbanistico generale sussistano o meno delle aree sufficienti per la destinazione a quella attività proposta dall'imprenditore.  A leggere un attimo, partiamo, come è regola comune, dall'oggetto della proposta di a deliberazione.  L'oggetto della proposta di deliberazione in argomento oggi reca questa dizione... Per la verità, è stato rimaneggiato più di una volta l'oggetto. Questo già è sintomatico della ricerca di una impostazione della qualificazione giuridica dell'intervento, perché noi abbiamo esaminato due o tre proposte di deliberazione del Consiglio comunale, e ogni volta abbiamo notato che l'oggetto è mutato. Cioè, progressivamente è stato adottato a una situazione di apparente esistenza di un'attività in atto poter giustificare il ricorso alla conferenza dei servizi.  Cosa dice l'oggetto di oggi? Apro una parentesi: il discorso qui è come è stata gestita la pratica.  Non è se poi effettivamente il privato ha diritto o meno, ma è come l'amministrazione si è posta nella gestione di questa pratica.  L'oggetto dice: "Approvazione progetto in variante al PRG, ai sensi dell'Art. 5 del D.P.R. 447/98  poi, aperte le virgolette, leggiamo: Progetto per la realizzazione. Ricordiamoci questa parola perché la incontreremo tra poco. Realizzazione di un centro ricettivo per vacanze e turismo, sostituito da un albergo, in ampliamento al compresso già esistente.  Ora, potrebbe tradursi in una arrampicata sugli specchi. Io ho messo un po' per capire effettivamente da dove partivamo e dove volevamo arrivare. È un fatto che è sotto gli occhi di tutti.  Guardate, vi faccio un esempio: andiamo all'atto di indirizzo della Regione Puglia del 2007, e andiamo a vedere le definizioni del interventi. Leggiamo: "Realizzazione" cioè, proprio il termine che sta lì nell'oggetto della nostra delibera. Dice la Regione: "Per realizzazione si intende l'attività di costruzione di nuovi impianti, con conforme zonizzazione dell'area relativa al nuovo impianto".  E guardate che "nuova realizzazione e zonizzazione" sono gli indici che ci consentono oggi di andare a sostenere che in realtà siamo di fronte alla realizzazione di una nuova attività e non di fronte al ampliamento di una attività esistente.  Il problema è che lo abbiamo messo anche per iscritto questo fatto.  Cioè, non è che noi stiamo soltanto sostenendo più o meno in maniera attenta, più o meno in maniera persuasiva, stiamo sostenendo. No, l'abbiamo scritto negli atti, e ve lo faccio leggere immediatamente. Gli uffici, le conferenze e quant'altro, hanno scritto a un certo punto che l'approvazione di questa variante comporta proprio quello che vi ho letto io, una nuova zonizzazione dell'area. Cioè, dalla destinazione agricola, quindi da una zona E, quindi, si passa a una zona F "destinazione ricettiva".  Che cosa dicono, sempre le linee guida regionali? E riflettiamo sulla zonizzazione. Abbiamo visto poc'anzi che la realizzazione di una nuova struttura comporta una zonizzazione conforme. Non stiamo parlando di ampliamento, stiamo parlando di una nuova realizzazione.  Cosa dice la Regione? "Per quanto esposto, si determina una nuova zonizzazione nella sola ipotesi di intervento consistente nella realizzazione di un nuovo impianto, che determini una zonizzazione del territorio diversa dalla preesistente, limitatamente all'area interessata. Mentre, negli altri casi  (ampliamento) non si determina alcuna nuova zonizzazione, ma si ha variazione dello strumento urbanistico generale o attuativo, nella misura minima necessaria a consentire l'attuazione dell'intervento medesimo".   L'arcano è proprio qui. Se noi andiamo a prendere il verbale della conferenza di servizi, andremo a riscontrare che noi stiamo procedendo a una nuova zonizzazione. È scritto: "Zona E agricola". Si passa da questa zona, alla zona turistico - ricettiva.  La leggiamo, è nel verbale della conferenza di servizi e nel parere della Regione. La Regione dice: "Si esprime inoltre parere favorevole all'approvazione del Presidente progetto in variante urbanistica, da zona agricola a zona turistica".  Anche nella relazione del tecnico progettista si fa riferimento a una nuova zonizzazione da zona agricola a zona turistico - ricettiva.  Quindi, vedete che già questi un dici consentono di affermare che in realtà non si sta andando a ampliare un'attività in atto. E lo sto dicendo sulla base delle linee guida. Ma si sta andando a realizzare una nuova attività.  Poi consentitemi di fare una piccola precisazione: cosa si intende per attività in atto? Perché si amplia un'attività in atto. Io non ci metto del mio, leggo semplicemente dalla relazione tecnica. La relazione tecnica, a un certo punto, mi dice, a proposito della qualificazione giuridica dell'intervento, mi fa questi incisi: Lettera 3.A "Albergo. La nuova struttura alberghiera". Poi andiamo a sala ristorante: "tale sarà realizzata in adiacenza e quindi in ampliamento alla struttura esistente".  Dalla relazione tecnica emerge, in realtà, che l'ampliamento riguarda soltanto la sala ristorativa. Perché, quella era attività in atto esistente. Per tutto ciò che concerne, invece, le strutture collaterali, è la stessa relazione tecnica a dirmi "nuova struttura alberghiera". Poi mi parla nuovamente di ampliamento dell'esistente ristorante. Sono tutti incisi.  Poi mi fa anche quel passaggio che vi ho detto prima: cioè la nuova destinazione urbanistica del lotto è assimilabile alle zone F6 o F8, quindi non più zona E.  Quindi, dalla stessa relazione generale che doveva costituire l'input principale per l'esame della documentazione da parte degli organi amministrativi, emerge che in realtà l'ampliamento riguarda soltanto la sala ristorante, che è quella l'attività in atto.  Allora, apriamo un'altra parentesi: è possibile considerare un'attività ristorativa in atto come suscettibile di ampliamento in attività ricettiva? Soccorrono le Leggi, perché le definizione che noi abbiamo, sono suscettibili di interpretazione, e la Legge mette dei punti fermi.  E diciamo questo: in termini urbanistici, il nostro Piano regolatore (io mi sono fatto delle fotocopie dei vari comparti, delle varie zone del Piano Regolatore), a un primo esame superficiale, già ci dice che le attività sono ontologicamente differenti. Cioè, l'attività ristorativa differente dall'attività ricettiva. Ad esempio, nella zona C7, residenziale turistica, si prevedono destinazioni d'uso diverse. Ossia, ricettivo o ricreativo.  Zona C9 ricreativa, bar - ristoranti, ricettiva (albergo). Sono destinazioni d'uso completamente diverse tra di loro. Cioè, stiamo parlando in termini urbanistici della categoria ontologica di attività in atto, riferita, naturalmente, a quella ristorativa in ampliamento in ipotesi ricettiva.  Il zona F8, che sarebbe interessata dalla nuova zonizzazione, mi distingue: ricettivo di a tipo alberghiero, ricreative. Attività urbanisticamente e ontologicamente distinte. La zona F9 mi distingue in aree ricreative, di svago, commerciali, bar e ristoranti.  Queste erano soltanto alcune delle zonizzazioni.  Ma andiamo a vedere la Legge  regionale che cosa ci dice. Perché poi è la Legge Regionale che ci dice in realtà qual è l'attività ricettiva. E  la Legge Regionale, la n. 11 del 1999 "Disciplina delle strutture ricettive", ci dice che, ai fini della presente Legge e con riferimento specifico all'esercizio dell'attività ricettiva alberghiera, sono individuate le seguenti strutture: a) Alberghi;  b) Motel;  c) Villaggi;  d) Residente turistico alberghiere;e) Alberghi dimora storica;  f)  Alberghi centro benessere.Le attività ricettive sono queste. Da non confondersi assolutamente con le attività ricreative, che sono ontologicamente, sia per Legge e per disposizione di Piano Regolatore, sono due attività tra di loro ontologicamente distinte.  La realtà, e tiriamo un attimo le somme da quello che ho detto, la realtà è che per poter sfuggire al requisito della preventiva verifica della sussistenza di aree sufficienti a realizzare l'intervento, così come proposto, occorreva per forza il legittimo presupposto o il legittimo  pretesto, che era quello di qualificare l'intervento (io lo capisco in termini assolutamente giuridici) come ampliamento di una attività esistente. Perché, era proprio questa caratterizzazione e qualificazione dell'intervento a consentire di ampliare l'attività in atto, quindi senza andare a verificare se il nostro Piano Regolatore prevede o meno delle zone sufficienti.  Questo le chi preoccupa, e quello che mi dispiace, e quello rispetto al quale noi dobbiamo prendere posizione, è che la Regione Puglia, rispetto a queste problematiche, e a questo stesso Comune e a questo stesso ufficio, a questa stessa conferenza di servizi, ha espresso un parere negli anni passati completamente diverso. E questo, allora, pone un problema anche rispetto alla uguaglianza dei cittadini.  Io ve lo leggo, perché è protocollato, sta qui. La situazione è identica. Anzi, sembra che mutando il committente, non lo leggo per questioni di privacy, ma è un verbale che è agli atti, quindi può essere consultato, cosa dice la Regione Puglia? Firma del documento: dirigente dottor Nicola Giordano, e dottor Luigi Ampolo, responsabile dell'ufficio.  Cosa ci dice? Leggo uno stralcio. Era una procedura di conferenza di servizi. "...inoltre la trasformazione di una esistente attività di ristorazione e sport - sembra proprio il nostro caso questa mattina - e svago, in una attività turistico - ricettiva, configura propriamente l'intervento come riconversione di una attività produttiva esistente. Di conseguenza - dicono sempre le stesse persone - nel caso in essere si deve verificare in particolare la sussistenza del presupposto della mancanza o insufficienza di aree, necessarie per il ricorso alla procedura semplificata di variante. In precedenti conferenze di servizi si è già verificato - dice la Regione - che lo strumento urbanistico generale vigente dispone di aree sufficienti in relazione all'entità dell'intervento proposto, con destinazione d'uso atta a consentire la realizzazione dell'attività turistico - ricettiva, come risulta - e questo è il bello, perché l'abbiamo dichiarato noi Comune - tra l'altro dalla comunicazione del responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Ugento, n. 25551 del 24 novembre 2004. E pertanto, nel caso di specie, non risulta ammissibile il ricorso alla suddetta procedura semplificata di variante . Per quanto sopra indicato - ci dicono i signori, si esprime parere contrario all'approvazione del progetto".Come vedete, a situazioni analoghe, stranamente conseguono atteggiamenti diversi.  Il parere è prot. n. 8.570/06, la data è dell'8 novembre 2005, il timbro del Comune è il 24.895  del 15 novembre 2005.  Ora, io mi chiedo e vi chiedo una cosa, e poi concludo, perché credo di essere stato abbastanza esaustivo, forse sono prolisso: ci troviamo di fronte a una situazione un po' ingarbugliata. Oggettivamente, con tutta la buona volontà che siede da quella parte e da questa parte nel consentire lo sviluppo delle attività imprenditoriali, però oggettivamente ci troviamo di fronte a una situazione ingarbugliata. Quello che a me dispiace è che il decorso di tanto tempo ha penalizzato il privato, gli produce un risultato assolutamente... e non dico nulla . Forse non sarebbe stato il caso, in questi 4 anni, 5 anni, e non è una censura politica, una critica, come volete chiamarla, non sarebbe stato il caso, uno, di portare avanti questo procedimento in una maniera più consona, proprio considerata la delicatezza della situazione; due, non sarebbe stato forse il caso di porre mano a una variante generale, anzi, mi correggo, a una nuova pianificazione generale dello strumento baurnistico? Perché è chiaro che la destinazione di zona del privato richiedente quest'oggi  la variante al Piano Regolatore, un domani non potrà certamente essere confermata nella sua destinazione agricola, perché andremmo di fronte a un contenzioso che non finisce mai, dagli esiti assolutamente certi per il privato e incerti per l'ente, perché lì ci troviamo di fronte ormai a una attività ricreativa, sportiva in atto. Quindi, un Piano Regolatore nuovo avrebbe sicuramente dovuto prendere atto di quella situazione, e tipizzare come si deve, venendo incontro alle aspirazioni del privato, avrebbe sicuramente risolto il problema, annullando tempi, costi, incertezze e doppie certezze che deriverebbero oggi dall'approvazione di quest'atto.  Quindi, il parere che l'opposizione dà su questa faccenda è un parere assolutamente negativo. Ma non perché si vuole fare politica. Su queste cose non si fa politica. Purtroppo, però, ci troviamo di fronte all'analisi delle carte che ci sono state portate, che raccontano questa storia. Allora, di fronte a queste situazioni, di fronte a pareri che dovrebbero richiedere dalla Regione un attimo di ponderazione, perché le carte stanno tutte qui, non è possibile andare a sostenere, in situazione analoghe, posizioni diverse. E nessuna amministrazione può permettersi il lusso, di fronte a situazioni legittime, di dare risposte assolutamente diverse ai privati imprenditori.  Perché per noi gli imprenditori sono tutti sullo stesso piano. Il nostro compito non è quello di bloccare l'attività imprenditoriale, ma è quello di consentire lo sviluppo, è quello di agevolarlo, è quella di mettere gli  imprenditori nelle condizioni di poterle esercitare in maniera legittima, anche per i propri interessi a tutela dei propri interessi. E questo è un discorso che non sto facendo soltanto oggi, ma lo abbiamo affrontato in altre circostanze, anche quando ci siamo occupati di altre varianti al Piano Regolatore, anche quando ci siamo occupati di approvare deroghe, che sono cose diverse, ma ugualmente serie, al Piano Regolatore.  Una riflessione si impone. La scelta che è stata suggerita negli anni passati di procedere con queste conferenze dei servizi, è una scelta che oggi si sta dimostrando assolutamente errata, perché la risposta doveva essere una rivisitazione dello strumento urbanistico generale.  Nel momento in cui un'amministrazione pubblica procede per varianti semplificate, significa  che non ha un disegno di insieme sulla politica  urbanistica del territorio. E questa è una critica politica che mi riservo di fare in questa sede, alla conclusione del mio dibattito, perché siamo sempre un organo politico.  Questi interventi a macchia di leopardo comprometteranno un domani una futura pianificazione. Se poi, oltre tutto, ci troviamo di fronte a queste situazioni poche chiare, rispetto alle quali dobbiamo assumere atteggiamento di responsabilità, io mi guarderei bene dal proseguire su questa strada. Ve lo dico fino a stancarvi, fino alla noia: occorre una politica urbanistica di insieme. Perché, nel momento in cui voi stessi ci portate in aula questi provvedimenti, significa che state certificando voi stessi il fallimento dello strumento urbanistico generale. E se è uno strumento urbanistico generale che dovrebbe costituire il volano dello sviluppo, esso stesso non è più rispondente alle esigenze degli imprenditori e dei cittadini,  perché le varianti significano che lo strumento urbanistico è ormai superato, allora rimbocchiamoci le maniche. Ma se ce le fossimo rimboccate cinque anni fa... Io vi dissi, all'inizio di questo mandato, e l'amico assessore Pacella ne e testimone, io dissi: "Caro Assessore, tu sei un ottimo contabile - consentendomi amichevolmente di poterlo appellare in questo modo - tu sai benissimo che in questo mandato avremo poche risorse. Impostiamo la nostra politica di questo mandato, caratterizziamoci, facciamoci ricordare dalla futura classe politica per essere stato quel Consiglio comunale che ha rimesso mano, finalmente, al Piano Regolatore, creando un nuovo strumento urbanistico".Io caspico che è difficile, è complicato, le Leggi sono complesse, le risorse mancano, però lo sforzo doveva indirizzarsi in quella direzione. E avreste trovato sicuramente l'appoggio della minoranza. Pero, su provvedimenti di questo tipo, rispetto ai quali non c'è un appoggio di maggioranza o un diniego di minoranza, ma esiste un esame oggettivo e parziale delle carte, rispetto alle quali dobbiamo dare un assenso che  corrisponde a responsabilità. Di fronte a queste vicende, pero, quella unità di intenti, rispetto a una politica urbanistica sicuramente nuova, da crearsi, da inventarsi, e sulla quale si poteva registrare il consenso, di fronte a questi provvedimenti, abbiate la pazienza, voi stessi, di ammettere che non si può chiedere poi più di tanto alla minoranza. Grazie.   
PRESIDENTE - Grazie, consigliere Giannuzzi. Prego, consigliere Gianfreda.    
CONSIGLIERE GIANFREDA - Io, Presidente, prendo la parola per pochi minuti. Ho infatti qui davanti esposto il mio orologio, perché purtroppo impegni miei personali inderogabili mi costringono a lasciare questa assise subito dopo il mio intervento. Ho cercato di rimandare questo mio impegno, però purtroppo non è stato possibile. Per cui, sento un certo rammarico nel non essere presente per l'intera seduta di questo Consiglio comunale, che, a onor del vero, credo che sia, per certi versi, con questo ordine del giorno proposto, per altri versi per i tre successivi ordini del giorno, un Consiglio comunale molto, ma molto importante.  Per i tre punti che seguiranno, e precisamente l'adozione di ben tre piani di lottizzazione, l'approvazione, scusate, finalmente, dobbiamo dire, assessore Mauro, finalmente si muove qualcosa dal punto di vista urbanistico. Perché è vitale, oggi più che mai, in momenti di crisi, smuovere un po' quella che dall'edilizia può essere definito il volano dell'economia del nostro territorio.  Per cui, già posso dire che per quanto riguarda i piani di lottizzazione, il nostro sarà un consenso pieno, naturalmente, se le carte staranno apposto. Per questo argomento, Presidente, io credo che al di là della eccezione iniziale, che purtroppo mi costringe, o ha costretto forse il Consiglio comunale a perdere magari mezz'ora di tempo prezioso, io credo che, invece, i successivi interventi del consigliere Cavalera prima e del consigliere Giannuzzi poi, abbiano messo in evidenza, l'uno per la parte tecnica, l'altro per la parte giuridico - legislativa, quanto sarebbe stato importante seguire qualche loro consiglio, che non oggi soltanto, ma anche in sede di commissione urbanistica, e mi rammarico della assenza, non voglio dare assolutamente nessun significato, per carità, al Presidente della commissione urbanistica, oggi in aula, speriamo che possa arrivare, perché io credo che il Consiglio comunale...    
PRESIDENTE - Devo giustificarlo, perché per problemi di salute non è presente.   
CONSIGLIERE GIANFREDA - Ci rammarichiamo, perché probabilmente avremmo avuto bisogno anche di qualche suo intervento.  Comunque sia, chi mi ha preceduto ha già fatto capire che intanto, assessore Mauro, l'argomento non è stato sviscerato in più commissioni, ma dagli atti risulta che vi è stata un'unica commissione, quella dell'1 settembre 2009. Tra l'altro, un parere favorevole espresso su un progetto che poi di fatto oggi non è quello. Ecco dove sta la controversia. Anche perché il 28 settembre stesso, del 2009, venivano chiesti nuovi elaborati, su richiesta della conferenza dei servizi fatta addirittura a maggio, quindi prima della commissione consiliare.  Ma io non voglio dilungarmi molto su questi importanti particolari, che fanno capire come sia davvero stata pasticciata la strada che avete fatto percorrere a una, io credo, legittima aspirazione da parte di un proprietario, che vuole, con la sua proposta, cercare di incentivare l'attività turistico - ricreativa di questo nostro territorio.  E quando il consigliere Giannuzzi dice che noi, con questo progetto, potremmo rischiare di creare dei precedenti dai quali davvero potremmo non uscircene più, a danno sia del lavoro del Consiglio comunale, ma soprattutto a danno dei privati, in questo caso del privato che ha presentato non da tre o quattro anni, consigliere Giannuzzi... La prima fu del 2002, 7 anni fa, poi, chiaramente, è cambiato l'oggetto, Nel "mini autodromo, più albergo di servizio, più servizi annessi". Quindi, parte dal 2002, sono sette anni che il cittadino aspetta una risposta. E io credo non è giusto, magari dare delle illusioni e poi non avere un'immagine precisa di quello che potrà essere lo sviluppo del territorio.  E allora io dico: nel momento in cui noi abbiamo sempre detto, come Partito Democratico, ma oggi l'ho sentito dire anche dal rappresentante dell'UDC, Avvocato Giannuzzi, che non siamo a priori preclusi alla possibilità, anche di questi interventi, soprattutto, assessore Mauro, quando si tratta di interventi proposti dalla linea della litoranea in su, non verso il mare. Perché verso il bare il discorso nostro politico, e lo abbiamo dimostrato più volte, comincia a essere un po' più complesso, comincia a essere più delicato, e non sempre, anzi spesso non siamo d'accordo su progetti in deroga per quanto riguarda l'affollamento delle zone limitrofe al mare.  Anche perché ci sono gli strumenti urbanistici per intervenire in quelle zone. Ma quando si è trattata di interventi proposti dalla litoranea verso la collina, abbiamo sempre detto: "Approfondiamo il discorso e vediamo. Perché, se è fattibile, non preclude il super affollamento sottocosta". E quando io penso, assessore Mauro, che pochi mesi fa questo Consiglio comunale, su un progetto quasi analogo, distante qualche centinaio di metri da quello di cui stiamo discutendo, il Consiglio comunale, dopo un po' di anni anche in quel caso, si è espresso dando il diniego, cioè non consentendo l'intervento che il privato voleva realizzare, ebbene, consigliere Giannuzzi, quello è il precedente che l'amministrazione comunale, caso mai qualcuno volesse sfruttare a livello giuridico, quello è il precedente che il Consiglio comunale ha creato. Se non ci sono valide motivazioni, perché le due delibere abbiano un esito diametralmente opposto, io credo che il Consiglio comunale, l'organo politico faccia un po' fatica prima di tutto a spiegare per quale motivo all'uno sì (si tratta di due interventi pressoché, come proposta, che io condiviso l'impostazione, di quasi riconversione, perché una parte è ampliamento, l'altra parte è nuova attività. La stessa identica cosa di quello a cui io mi riferisco. Ebbene, oggi, se ci sarà la maggioranza a approvare questo argomento, l'esito dovrebbe essere in pratica di approvazione.  Ebbene, quale immagine dà il Consiglio comunale nell'esprimersi in due maniere diametralmente opposte? Non vogliamo assolutamente pensare, mai sia se dovesse essere così, che l'una faccia ci è piaciuta e l'altro no. Questo sarebbe solo pettegolezzo. Ma non vedo, e quindi poi, ripeto, chiudo perché  l'orologio, purtroppo, sta camminando, non vedo perché abbiamo, anche sul fatto del pasticcio della delibera, abbiamo creato credo più problemi che vantaggi al privato.  Perché, a parte una proposta di delibera addirittura anche all'oggetto manomesso a penna, neanche il tempo di rifare il frontespizio della delibera, ci state presentando un frontespizio dove ci sono delle cancellazioni e delle aggiunte a penna. So parlando dell'oggetto della delibera.  Ma anche quando andiamo a vedere della parte deliberativa il contenuto, e poi chiudo, diciamo che il Consiglio comunale delibera di prendere atto del verbale della conferenza di servizi del 5 maggio 2009, ex Art. 5, D.P.R. 447/98  relativo al progetto edilizia presentato dalla società..... Ebbene, di quel verbale, di quel progetto, cosa è rimasto? Il Consiglio comunale cosa approverà oggi? Lo state scrivendo voi! Il verbale della conferenza dei servizi del 5 maggio 2009.  Quello che oggi è praticamente il progetto, è una cosa completamente diversa. Persino, diceva l'ingegnere Cavalera, i dati di cubatura e planimetrie., i dati dell'esistente.  Perché andare in questo vicolo cieco? Perché non permettere, anche a chi si è speso con ore e ore di lavoro, e lo hanno dimostrato, di avere la soddisfazione di aver dato il loro contributo, e soprattutto di dare al privato un cartaceo che lo metta al riparo da ogni rischio che ne può derivare?  Questo è la volontà del Consiglio comunale di dare finalmente una nuova svolta per quanto riguarda il problema urbanistico.  Io chiudo dicendo e facendo anche mie le perplessità che sono state finora dette. E chiudo. Presidente, io chiedo scusa, ma già mi stanno chiamando, devo abbandonare l'aula. Ma sugli altri punti all'ordine del giorno noi non facciamo che compiacerci, finalmente, dell'avvio del settore urbanistico, perché già io ho seguito l'ufficio, ci sono altri piani di lottizzazione pronti. Facciamo, non dico in fretta, perché poi la fretta fa i figli ciechi. Facciamoli bene, ma facciamo finalmente anche lavorare quelli che potranno dare una mano all'economia del territorio.  Io chiedo scusa e vi ringrazio.    
PRESIDENTE - Grazie, consigliere Gianfreda. Prego, consigliere Coppola.    
CONSIGLIERE COPPOLA - Grazie, Presidente. Sarò breve anche io, perché poi dovrò correre per altri motivi istituzionali a Lecce.  Volevo fare solamente un passaggio: ben venga il progetto, ben venga la realizzazione di questa  struttura alberghiera, ricettiva nella nostra zona, dove dà la possibilità a tantissime famiglie, anche per lavorare, però devo fare solamente un passaggio, perché la relazione è eccellente, l'intervento che ha fatto Giannuzzi, Cavalera e il passaggio adesso di Gianfreda su qualche cosa.  Io vorrei dire, me ne dà atto anche l'assessore Pacella, visto che in questi due - tre mesi ho cercato anche di apprendere qualcosa di più anche in provincia, una volta che vengono delle correzioni sugli elaborati, delle modifiche su questi elaborati, mi sembra strano che non venga questo elaborato passato dalla commissione urbanistica.  Non è andato in commissione. Cioè, noi oggi dovevamo venire qua solamente per dare il progetto definitivo di esecuzione all'imprenditore. Cioè, oggi potevamo fare solamente un intervento politico e dire la nostra sull'intervento e fare passare il progetto all'unanimità. Perché è una ottima progettazione, un'ottima iniziativa di questo imprenditore, che purtroppo sta da anni aspettando. Oggi dovevamo approvare all'unanimità.  Cosa che non è successa e a me dispiace anche dirlo, che non doveva neanche venire in aula. Per l'ennesima volta illusione all'imprenditore, illusione al progettista, illusione ai cittadini di Ugento.  Questo progetto non può passare dal Consiglio prima che non passi dalla commissione urbanistica. Cioè, non avete messo in condizioni ... Dopo la modifica, dopo il ritiro dal Consiglio comunale, c'è stata la modifica, l'ha detto lei, assessore... Ha detto: "Correzione sugli elaborati- stralcio di alcuni metri cubi, diminuzione di metri cubi sul progetto". Automaticamente deve essere a conoscenza la commissione, si elabora e si porta al Consiglio comunale, pronto per essere approvato. Poi ben vengano gli interventi politici. Ma doveva essere portato in Consiglio per essere approvato all'unanimità.  Basta, l'unica cosa che volevo dire era questa. Poi per l'espressione di voto lo dirò dopo.   
PRESIDENTE - Grazie, consigliere Coppola. Prego, assessore Greco.    
ASSESSORE GRECO - Soltanto per dovere di cronaca: probabilmente, dato che il consigliere Coppola non fa parte della commissione urbanistica, gli è sfuggito il fatto che l'1 settembre 2009 alle ore 18:10  la terza commissione consiliare permanente si è riunita, e all'ordine del giorno c'era la proposta riguardante la società SL Sport, variante allo strumento urbanistico.  Quindi, consigliere Coppola, l'argomento che noi oggi stiamo discutendo in Consiglio comunale è stato portato in commissione l'1 settembre 2009.   Ovviamente, siccome tu non fai parte della commissione consiliare urbanistica, probabilmente ti è sfuggito questo passaggio.  Cosa si dice all'interno del verbale della commissione? Ovviamente sono sollevate delle perplessità, sia dal consigliere Cavalera che dal consigliere Giannuzzi. Alla fine la proposta viene posta a votazione, viene approvata, quindi è stata licenziata dalla commissione e viene poi demandata all'ufficio urbanistica per verificare se sono stati rispettati i parametri richiesti dalla Regione Puglia.  Quindi, è una proposta che ha fatto il suo iter. È un iter legittimo, quindi è stata portata in commissione, è stata discussa in commissione, sono state fatte due - tre  commissioni  sullo stesso argomento. Una volta che l'argomento è stato licenziato dalla commissione, è stato portato in Consiglio comunale.  Quindi, consigliere Coppola, è stata portata in commissione la proposta che noi oggi discutiamo, e quindi era opportuno sottolinearlo per chiarezza. Grazie.   
PRESIDENTE - Grazie, assessore Greco.    
CONSIGLIERE COPPOLA - Siccome sono stato chiamato in causa, volevo ricordare l'assessore Greco che le modifiche, dopo quella commissione dell'1 settembre, sono state apportate a metà settembre e l'altra il 28 settembre. Le modifiche sul progetto. Doveva ritornare in commissione per mettere in chiarezza la commissione e che venisse qua il progetto approvato all'unanimità.  Non è stato fatto. E poi vediamo che cosa succederà. Grazie.    
PRESIDENTE - Prego, assessore Mauro.    
ASSESSORE MAURO - Grazie, Presidente. Cercherò di essere veloce e sintetico, se riesco a esserlo. Questa pratica, come si è detto, è lunghissima, è partita tantissimi anni fa. Nella prima fase ha avuto un diniego, e è chiaro, e lo dice anche qua nel parere della Regione. Secondo me, se leggiamo il parere della Regione, in una prima parte dà ragione al Consigliere Giannuzzi, e dove lui ha fatto una corposa relazione con dati e quant'altro, che a stare a ripeterli perderei un po' di tempo e non sono molto avvezzo a date e normative, però le troviamo tutte nella prima fase, quando è stato bocciato questo progetto. Perché di fatto era un progetto che andava a raddoppiare, a triplicare le cubature esistenti. E chiaramente, la Legge dice che nel momento in cui superi le cubature si tratta di un nuovo intervento e devi andare a ritrovare le aree, come giustamente diceva il consigliere Giannuzzi, in una zona. E quindi dovresti avere la liberatorio, eventualmente, da parte degli uffici, che ciò non c'è o che è ammissibile.  Nel momento in cui, invece, successivamente il Tar ha detto di riguardare quella progettazione, e quindi rivedere le istanze del cittadino, è chiaro, e lo dice anche espressamente in questo verbale, si è ritornati... e dice: "Adesso è possibile ritenere che è un ampliamento". Perché si sta semplicemente raddoppiando la cubatura esistente.  Quindi, in virtù di questo, rientra nella fattispecie dell'ampliamento. Se così non fosse, lo dice qui. Poi noi siamo un organo che urbanisticamente abbiamo dato dei pareri, poi l'abbiamo mandato all'organo superiore, che è la Regione. Quindi la Regione, che sul territorio vigila e promulga le Leggi, avrebbe dovuto dire: "State nuovamente in contrasto con la Legge". Invece qui ci dice che di fatto oggi, facendo quel raddoppio si è rientrati nella norma prevista dalla Legge, e quindi la Regione Puglia dà parere favorevole. Se volete, lo leggiamo proprio quel passaggio: "La verifica circa la sussistenza del requisito della insufficienza delle aree, non è necessaria nei soli casi di interventi consistenti nell'ampliamento". Perché bisognava fare la verifica. Si ritiene che possa essere approvato il progetto presentato dalla ditta LS Sport srl, limitatamente al raddoppio della esistente superficie coperta e del volume esistente. In quanto, solo in tal caso si configura come un intervento di ampliamento". Quindi lo dice.  Essendo che ci è configurato quel caso, quindi di fatto la Legge è stata rispettata in tutto e per tutto, stando a questo verbale.  Tranne se in questo verbale c'è un vizio, c'è qualcosa, la procedura seguita fin qui è stata sbagliata. Ma da quello che io leggo qui, dalla chiusura della conferenza di servizi, mi dà di capire che abbiamo seguito una corretta linea.  Per quanto riguarda la commissione consiliare, è passato, è andato lì. Nel momento in cui sono stati cambiati gli elaborati... In commissione, o quando viene fatto la conferenza dei servizi, vi è un progetto preliminare. Il preliminare serve semplicemente per quantificare le aree che verranno edificate. Ma è un preliminare. Dopo quel progetto viene modificato ed è l'ufficio che deve seguire il progetto. Può essere modificato in tante parti, l'importante che non superi quella cubatura e quei metri quadri. Deve rimanere in quelli standard che la Regione ha dato.  Noi ogci non approviamo il progetto, approviamo la variante. Noi diciamo: in quell'area di 100 metri se ne possono fare 200. Quindi, non è che approviamo, però di fatto la planimetria, il progetto, se ha una finestra o se ne ha due, se all'interno saranno due i locali o saranno quattro. Potrebbe essere un unico vano, potrebbero essere 6, i servizi a destra e a sinistra. Quella è una progettazione che viene dopo, e viene seguita dall'ufficio. Se è stato fatto il volume, è stata data questa approvazione, e non rispetta gli standard urbanistici, non sarà approvato. Ma sarà l'ufficio successivamente a seguire tutte le procedure per poter rilasciare la concessione edilizia.  Quindi, è un'altra fase successiva. In questa fase, che cosa era successo? Che ancora su una tavola, per una svista, forse nei computer, non voglio dire dove e perché, non erano state rispettate ancora quelle superfici. Quindi, si parlava di raddoppio della volumetria, però era indicata erroneamente una superficie maggiore. Quindi è stato ritirato per portarlo nella giusta superficie., quella che era prevista e raddoppiata. Quindi, per questo ha avuto questo stop, perché ci siamo resi conto, e anche la proprietà che era un errore grafico, a rapportare i 600 metri, quindi ha rettificato.  Essendo che è andato in diminuzione di quello che graficamente aveva riportato, l'ufficio ha detto: "Se fosse un ampliamento, allora sì. Ma essendo che è riduzione, quindi diciamo che teoricamente è penalizzante, quindi non è necessario che ci sia questo riassaggio in commissione". È stato deliberato 600 metri e 600 metri sono. Il grafico era di 800. È stato riportato a 600, quindi non vi è nessuna variazione sostanziale, anzi riduzione e quindi non necessita di ulteriori passaggi.  Se poi ritenete che così non è, a vostra discrezione. Ma io ritengo che su questa pratica è stato svolto un lavoro abbastanza copioso e i ritardi non sono sicuramente addebitabili all'amministrazione, perché di fatto la Regione Puglia ha tardato tantissimo a dare i pareri. Poi è subentrato il ricorso e quant'altro.  Se il proprietario ha ritenuto di perseguire ancora quella linea, e quindi si è trascinato, invece  di un anno, in due, in tre, in quattro e in cinque, sicuramente l'amministrazione non è che sia stata a spingere a fare o a consigliare quell'iter. Ognuno è libero di seguirlo, e sa quali sono le conseguenze nel momento in cui segue un iter, che può essere sicuramente celere, e è quello che spero sempre, che sia una pratica che arrivi in maniera corretta, individuabile facilmente e che la Regione si esprima, tutti gli uffici, non solo quelli Regionali, ma tutti gli uffici esprimano nei termini e nei modi giusti, i loro pareri, affinché si dia una tempestiva risposta al cittadino. Sennò ce lo portiamo per quattro anni, cinque anni, sei anni.  Alcune cose, secondo me, anche nella modifica del PRG... diciamo che modificare il PRG sicuramente non toglie queste problematiche, perché sono... chi esiste già, come faccio a capire che cosa vuole fare, che cosa non vuole fare? Quindi sicuramente tantissima gente ricorrerà a questo strumento. Come anche, nel momento in cui varieremo il PRG, noi andiamo a dare delle regole e diciamo: "Verranno fatte in quest'area degli alberghi". Però, dopo 20 anni l'economia cambia, le strategie cambiano. Prima si voleva costruire tutti sulla costa. Oggi, credetemi, se si va in giro, c'è tantissima gente che vuole investire e non vuole costruire sulla costa, vuole costruire fuori dalla costa. Noi fuori dalla costa non abbiamo zone. Ma noi domani dove individuiamo le zone per fare gli alberghi?  Oggi gli alberghi hanno bisogno... Prima si faceva l'albergo, due parcheggi. Oggi hanno bisogno di aree, di spazi diversi, servizi diversi. Quindi hanno bisogno di aree enormi per fare 100 camere o 200 camere. Quindi, è sempre comunque difficoltoso riuscire a trovare la zona dove andare a fare gli investimenti.  E quindi, è anche una questione pratica. Io ho il piacere a farla in collina, tu hai il piacere a farle nella vallata. Quindi, alle volte, anche lo strumento non è che sia poi così esaustivo di quella che può essere la richiesta del cittadino o del mercato come va. Si cera di interpretare questo e di farlo, ma non è che salverà il mondo il PRG. Sicuramente potrà migliorare e potremo dare degli indirizzi. Ma quegli indirizzi alle volte... Essendo che un PRG ci mette 5, 6 - 8 anni, diventa uno strumento di 20 anni, in 20 anni cambia il mondo. Dovrebbe essere uno strumento molto più snello, molto più leggero, che l'amministrazione nell'arco di due - tre... O nel momento in cui vede che cambia qualcosa... Dovrebbe essere duttile, modificabile, senza tanti fardelli, senza stare dietro alla Regione... Cioè, bisogna stare dietro a tante regole, ma che siano più veloci e più certe.  Io spero di essere stato chiaro, spero che l'argomento venga licenziato favorevolmente. Anche queste perplessità spero che siano state appianate  Io ritengo che oggi tutti gli argomenti previsti in questo comunale sono tutti argomenti volti a migliorare l'economia del paese, volti a dare ai cittadini un segnale di ripresa. Abbiamo tre lottizzazioni, abbiamo un intervento produttivo, quindi stiamo parlando di imprese, stiamo parlando di lavoro, stiamo parlando di dare finalmente alla cittadinanza un po' di linfa per riprendere l'attività, per uscire fuori da quello che è la crisi, da quello che era lo scoramento generale, che non funziona, che non va niente avanti.  Prossimamente porteremo ancora due o tre lottizzazioni che sono pronte. Quindi, penso che anche l'ufficio si sia mosso sulla richiesta che viene da parte dei tecnici, dei cittadini, a dare un input nuovo di sviluppo su questo territorio.  Io su questa scorta, vi pregherei di riguardare la vostra posizione e eventualmente di votare a favore o astenetevi. Perché ritengo che gli argomenti sono argomenti validi e che non vanno in contrasto con niente e non nessuno. Grazie.    
PRESIDENTE - Grazie, assessore. Prego, consigliere Riso.   
CONSIGLIERE RISO - Grazie, Presidente. A me l'onere, dopo che il collega consigliere Nico Giannuzzi ha esaurientemente sviscerato le varie problematiche inerenti questo progetto. Questo per far sì e dare quell'impulso, quell'input ex novo per iniziare un percorso nuovo, un cammino nuovo in materia edilizia.  Quindi, ha fatto molto bene, e non sono d'accordo con l'assessore Mauro, nel momento in cui ha detto che dobbiamo rivedere il nuovo strumento urbanistico. Prima renderlo nuovo e rivederlo poi.  Questo perché, non sono completamente d'accordo, o quasi poco, nel momento in cui l'assessore Mauro ritiene opportuno che problemi non ce ne siano. Per me ci sono, eccome, nel momento in cui nel piano regolatore generale, PRG, si vanno...    
PRESIDENTE - Consigliere, la dichiarazione di voto devi fare.    
CONSIGLIERE RISO - Questa è la dichiarazione. Scusate, quante minuti ho? Cinque minuti? Me li voglio consumare.  Nel momento in cui...    
PRESIDENTE - Hai parlato un'ora stamattina.    
CONSIGLIERE RISO - No, prima era un quarto d'ora, ora sono cinque minuti. Presidente, non mi interrompa, stavolta lo devo dire a lei.   
PRESIDENTE - O astieniti o vota a favore.   
CONSIGLIERE RISO - Presidente, io devo fare la mia dichiarazione di voto, non mi incazzo, pure che lei cerca di farmi incazzare.  Allora, in ragione di questo dico,  molto costruttivamente, Presidente, che le volumetrie è inutile andarle a spendere tutte nelle marine, quando poi nel momento in cui vogliamo costruire in paese, qua non ci sono più a disposizione queste volumetrie. E riguardo al progetto in particolar modo, in questo caso, bene ha fatto l'imprenditore a correggere quel volume totale esistente di 4050  metri cubi e portarlo, secondo quelle correzioni che avevamo detto noi, se permettete, in commissione urbanistica, quindi con 4050,  l'ampliamento dell'esistente. L'esistente  è 4050, e quello che si andrà a fare è 4050 lo stesso.  Questo nella sostanza. Se poi dobbiamo andare nei particolari, e non voglio qui dilungarmi, nei particolari dico che non me la prendo con l'imprenditore, me la prendo con l'amministrazione che non gli ha dato la strumentazione, e quindi al tecnico, in questo caso dell'imprenditore, o tutto il materiale necessario entro quali limiti doveva fermarsi e rispettare, etc. etc..  Quindi oggi io non faccio né lui imprenditore, né il Sindaco cittadino che non è imprenditore, non creo ostruzione su questa cosa. Perché forse abbiamo sbagliato più noi. Perché forse sbagliamo più noi nel momento in cui andiamo in commissione. E qui mi spiace molto che non c'è il Presidente della commissione urbanistica oggi, a dirgli personalmente, in questa assise, che non si può arrivare in commissione con le carte principali che mancano. Non si può continuare a operare, a mettere le pezze in questo modo.  Questo è un auspicio per il futuro. Perché poi saremo costretti veramente a non approvare niente di più. E qui faremo male ai cittadini.  Quindi, in questo caso la colpa non è dei cittadini, la colpa è sempre nostra.  Allora, la mia dichiarazione di voto, in questo caso: spinto e sollecitato dai Verdi per la Pace, non dai Verdi per la guerra, devo dire in questa assise che non voglio ulteriormente penalizzare il cittadino, in questo l'imprenditore dell'SL sport. E quindi, oggi come oggi, i  danni sono stati fatti già, sia per lui e sia per gli altri che andremo a approvare. Io oggi non voglio penalizzare nessuno. Però la prossima volta non passerà una virgola, almeno da parte mia, nel momento in cui non ci saranno tutti i riscontri cartacei per chiunque.  E quindi, il mio voto è favorevole a questi imprenditori, come ai non imprenditori e a tutti i cittadini che hanno bisogno, che finalmente si realizzi qualcosa. Grazie.   
PRESIDENTE  - Grazie, consigliere Riso. Prego, Sindaco. 
SINDACO - Io prendo spunto da alcune osservazioni fatte sia di Giannuzzi che da Gianfreda, che purtroppo è dovuto andare via per motivi personali, per chiarire il mio pensiero circa alcune perplessità formulate e alcuni distinguo evidenziati nel corso della discussione.  Io voglio chiarire prima di tutto ogni punto, consigliere Giannuzzi, perché sennò sembra che su certi argomenti siamo come maggioranza leggeri, tra virgolette, nel portare all'approvazione del Consiglio comunale argomenti abbastanza delicati e complessi.  In questo caso, proprio per quello che diceva Gianfreda, le lungaggini, io credo che non ci sia stata leggerezza. Il fatto stesso che l'iter sia durato tanti anni, vuol dire che si sono stati dei problemi, ogni volta affrontati, e ogni volta si è cercato di superarli, anche attraverso il consiglio di Avvocati esperti in materia urbanistica. Perché, quando si tratta di problemi di questa natura, è chiaro che nessuno ha il dono della verità assoluta, in quanto sull'urbanistica soprattutto ci sono interpretazioni diverse ogni volta che si porta avanti un progetto.  Perché le Leggi in materia urbanistica si prestano a cavilli, e soprattutto si prestano a perplessità, così come ha detto il consigliere Giannuzzi poco fa, e che in alcuni punti possono essere anche non condivise, ma anche valutate con una certa attenzione.  Io, dal punto di vista mio personale, e anche credo dell'intera maggioranza, credo che su questo argomento si sia sviscerato abbastanza tutto ciò che c'era da sviscerare. Il punto fondamentale che stamattina stiamo dibattendo è quello che relativo se "ampliamento sì; ampliamento no". Su questo punto credo che ci sia  tutta la questione di approvazione o meno del progetto.  Io credo che è stata una risposta data da un Avvocato, non facciamo nomi, per correttezza, perché poi non abbiamo ritenuto di chiedere il parere scritto per risparmiare soldi, ma era sufficiente il parere dell'Avvocato che in materia urbanistica è uno molto affermato in provincia di Lecce, io credo che la riposta che la risposta che ci ha dato in quella sede, sia stata abbastanza convincente. Perché? Quando abbiamo chiesto : "Un ristorante può essere oggetto di un intervento simile, come ampliamento per realizzare una struttura alberghiera?", la domanda è stata posta dal consigliere Giannuzzi poco fa, anche da Cavalera e altri.  Su questo aspetto mi è stato detto, ma non soltanto l'Avvocato, ma anche altri ingegneri e anche qualche altro esperto in materia, che trattandosi di attività complementari, il ristorante è un'attività ristorativa, ma è commerciale, l'albergo è un'attività ricettiva, ma anche commerciale. Essendo tutte e due le fattispecie rientranti in attività  imprenditoriali che mira a dare dei servizi di ristorazione e di ricettività, si poteva intendere l'ampliamento come possibile.  Perché, di questo argomento abbiamo parlato più volte e in più occasioni con Avvocati esperti e anche tecnici.  Chiaramente, non è un'interpretazione che può essere accettata, perché, se avete posto dei problemi, è chiaro che voi non condividete questa osservazione. È normale, perché sennò l'intervento che è stato fatto dal consigliere Giannuzzi non sarebbe stato fatto, se non avesse i dubbi. Non lo sta facendo per spirito polemico e basta, ma lo sta facendo in linea tecnica, in linea di interpretazione corretta.  Se è tutto questo il problema, e ci sono diverse interpretazioni, e qui mi rivolgo agli Avvocati, e chiedo agli Avvocati stessi: quando c'è un dubbio interpretativo su alcune Leggi, Nazionali, Regionali, Regolamenti etc., se dobbiamo esprimere a questo punto, superati però gli ostacoli di carattere amministrativo, tecnico, esprimere la volontà politica, la volontà politica in questo caso, nel dubbio dell'interpretazione della Legge, non commettendo nessuna illegittimità, perché se ci fosse illegittimità, nessuno verrebbe qui a proporre un progetto di questo genere, convinti come siamo della giustezza e della legittimità dell'intervento, io credo che la volontà politica, in questo caso espressa dal Consiglio comunale all'unanimità, oppure con l'opposizione, con la maggioranza,  astensione etc., può essere prevalente rispetto al dubbio interpretativo. Perché si sta parlando comunque di interesse pubblico. Qualsiasi attività imprenditoriale viene realizzata, non guarda al fine ultimo del guadagno dell'imprenditore, guarda al fine ultimo dell'occupazione che quella struttura può dare sul  territorio, del lavoro che si crea. E siccome tutti quanti noi siamo consiglieri comunali e siamo attenti a queste problematiche, che sono convinto che anche voi avete a cuore lo sviluppo, l'occupazione, la crescita sociale, culturale nel territorio, io credo che questo intervento, guardato in quest'ottica, può essere accettato e condiviso.  Aggiungo un'altra cosa: il progetto in sé nasce in una zona dove c'è un ristorante, c'é una pista di go-kart,  ci sono altre strutture. Però la restante zona è altamente degradata, ci sono delle cave, etc.. Non stiamo facendo un intervento in una zona di parco, etc., tutelata ambientale. Si sta facendo intervento, chi lo fa, in una zona abbastanza degradata.  Credo che l'intervento riuscirà a migliorare sensibilmente quell'aspetto desolante che c'è accanto.  In più poi c'è un altro aspetto che credo che possiamo considerare: quando si tratta di iniziative, lo abbiamo detto tante altre volte in quest'aula, che tendono a realizzare degli interventi che non sono di carattere speculativo, nel senso che non si stanno realizzando appartamenti a vendere, ma si sta realizzando una struttura ricettiva, che dà sviluppo, occupazione e anche una migliore immagine del turismo nella nostra zona, io credo che alcune perplessità, e alcuni cavilli possono essere anche superati.  Non credo di poter convincere tutti quanti, però credo che come ragionamento amministrativo e politico possa essere un ragionamento in parte condiviso, ma soprattutto con uno sforzo di buona volontà da parte di tutti quanti, credo che ci siano i presupposti per poter approvare questo progetto.  Detto questo, una nota più leggera, consigliere Giannuzzi: il tuo richiamo al Gran Consiglio del Fascismo, mi sembra un po' sproporzionato, dato il rapporto, cioè un rapporto storico di portata internazionale, rispetto a un piccolo Consiglio comunale, che si sta facendo per un progetto. Anche se ho capito lo spirito qual è. Perciò, in questo spirito io posso anche prendere atto delle tue osservazioni. Però sono convinto sempre di più che questo progetto possa essere realizzato tranquillamente, senza incorrere in nessuna illegittimità da parte nostra.  Con questo auspicio che possa stamattina essere approvato... In questo caso stiamo approvando una variante per l'aumento di cubatura alla struttura già esistente, non stiamo approvando il progetto vero e proprio ancora. Per cui, l'ordine del giorno prende atto di quello che è successo in commissione, di quello che è successo in conferenza dei servizi, dà attu di tutto quello che è stato l'iter e alla fine conclude che si approva la variante allo strumento urbanistico. Detto così e in quest'ottica, con lo spirito di collaborazione che c'è sempre stato, credo che si possa anche questa mattina licenziare questo argomento, insieme alle tre lottizzazioni che verranno dopo, per dare anche un segnale nuovo di svolta nel nostro territorio. Perché quando ci sono gli imprenditori coraggiosi, che vogliono investire soldi propri, io credo che sia dovere nostro incoraggiarli e non scoraggiarli.    
PRESIDENTE - Grazie, Sindaco. Possiamo andare alla votazione? Prego, consigliere Giannuzzi.   
CONSIGLIERE GIANNUZZI - Grazie, Presidente. Sindaco, io credo che sarà difficile trovare negli anni futuri, in altre persone che siederanno su questi banchi, analoga capacità persuasiva, che le riconosco, che ho sempre riconosciuto. È convincente. Ma, a dire la verità, convince. Se il discorso questa mattina lo limitiamo soltanto all'intervento politico, penso che qua il giudizio è unanime. Se noi stessimo qui questa mattina a dire: "Deliberiamo sulla validità delle iniziative imprenditoriali, qualunque esse siano, magari troviamo anche le forme per superare l'ostacolo e quant'altro, perché l'imprenditore,  qualunque esso sia, possa realizzare la sua legittima aspettativa, perché possa creare sviluppo" se il discorso si limitasse soltanto a un orientamento, a un indirizzo di tipo politico, io penso che questo argomento già abbondantemente due ore fa sarebbe stato votato all'unanimità.  Il discorso, purtroppo, e io lo ricordo a me stesso, perché non voglio avere la presunzione di ricordarlo agli altri, è che in questa assemblea noi, naturalmente, siamo chiamati a svolgere una amministrazione di tipo attivo. Cioè, non siamo in un'assemblea di tipo soltanto politico, dove si registrano orientamenti, dove si fanno battaglie legittime, dove ci si contrappone nello scontro politico spesso aspro, ma costruttivo. Il discorso, purtroppo, è che noi ci dobbiamo basare sulle carte. E da Avvocato, Sindaco, posso dire di più, voglio ragionare da Avvocato. Noi, Avvocati, siamo predisposti e portati sempre a trovare una soluzione. Il discorso è che purtroppo siamo vincolati a non trovarle o siamo impediti nel trovarle quando abbiamo di fronte una evidenza, che ci impedisce di arrampicarsi sugli specchi. Perché noi per primi, e sto parlando in questo momento da legale, siamo portati a dire che il rosso è nero e che il nero è rosso. Proprio nel nostro DNA professionale rientra questa impostazione mentale, questa apertura mentale nel dire e dopo dieci minuti il contrario di quello che abbiamo sostenuto. Rientra.  Il discorso è che purtroppo...  mi si dice: "Si poteva trovare una soluzione?". Certamente sì che si poteva trovare una soluzione.  Ad oggi la soluzione prospettata, può trovare accoglimento? Ad oggi no. Ma perché così è stata impostata.  Noi ci troviamo di fronte non a una serie di dubbi interpretativi, ma di certezze amministrative, perché certi passaggi sono stati scritti. Allora, probabilmente io li ho visti, perché la mia professione mi porta a vederli. Però, sarei stato poco onesto, prima con me stesso e poi con voi, se non avessi fatto emergere un dato tecnico di questo tipo. E purtroppo la pratica, così come ci è stata portata, dal mio punto di vista, evidentemente dal nostro punto di vista, perché poi è ovvio che ognuno si regola di conseguenza. E dal nostro punto di vista, sulla conclusione, non sulla iniziativa del privato, sul come la si vuole far realizzare questa iniziativa, noi manteniamo intatte le nostre perplessità.  Questo è il discorso. Non è che noi stiamo sindacando la legittima aspettativa, o abbiamo chissà che cosa da voler sindacare. E' quello che vi è stato messo e ci è stato messo davanti, così come è stato concepito, che ci induce a questa riflessione, dalla quale non possiamo sfuggire. Perché, i passaggi che ho fatto, e rispetto ai quali, sinceramente, non sono stato persuaso del contrario, rispetto a questi passaggi, sinceramente, il dato è tratto. Cioè, certe cose sono state scritte, sono state formalizzate.  Anzi, vi suggerisco anche di notare una certa eleganza tecnica e normativa da parte del funzionario della Regione, che abilmente ha scisso il parere della conferenza dei servizi in due periodi differenti. Parla di ampliamento soltanto nel momento in cui rende un parere in termini di PUT, paesaggio. Ma si guarda bene dal dire: "Stiamo in ampliamento della parte successiva del parere", dove si tratta di ammettere o meno la procedura in variante. Anzi, mi dà una diversa zonizzazione. E implicitamente mi sta riconoscendo, senza necessità di metterlo per iscritto, ma sono le linee guida a dircelo, non in ragione interpretativa, ma dalla semplice lettura, che nuova zonizzazione significa nuova realizzazione.  E non lo traggo in termini argomentativi, lo traggo dalla lettura testuale della norma. Perché io capisco che l'interpretazione ci può essere in dubbio, non voglio dire pro reo, ma nel dubbio sicuramente si interpreta. Ma nella certezza, dobbiamo attenerci a quello che c'è scritto, però, questa è una regola basilare.  "Il significato delle leggi e delle norme è quello che emerge - lo dice il Codice civile - dal susseguirsi delle parole per come scritte".  Qui non si tratta, purtroppo, dico purtroppo... Perché purtroppo questa pratica è nata così, è stata maneggiata da diverse strutture. Si è susseguita nel tempo, si è attorcigliata su sé stessa, ha subito dei ritardi, degli assist, dei blocchi, però quello che andiamo a raccontare è quello che emerge dagli atti.  Poi noi possiamo essere più o meno abili. Io posso più o meno abile a persuadere, ma la persuasione ha un limite, è l'evidenza. E l'evidenza è quella che sta scritta. È questo il discorso.  È un momento riflessivo che si pone anche a questo Consiglio comunale.  Ha detto bene il Sindaco, non è mia abitudine, su problemi seri, vari interventi di natura oppositiva. Non mi appartiene, non mi sono mai opposto giusto per il gusto di oppormi, e non mi sto opponendo. Sto semplicemente portando avanti una riflessione, una riflessione che conduce a un risultato, e il risultato a una valutazione.  Poi, la valutazione ognuno è libero di darla come vuole. Però rientra nel dovere di un consigliere comunale. È legittimo, Sindaco, porre questi dubbi, che sono poi a volte certezze, all'attenzione dei colleghi con i quali si amministra, con i quali si condivide sicuramente l'obiettivo dello sviluppo.  Quindi, dato questo passaggio, io altro da aggiungere non ho, perché ho detto abbondantemente. Mi sentivo in dovere nei confronti del Sindaco replicare alla sua pacata riflessione. E' un atteggiamento che io personalmente, ma penso anche la restante parte dell'opposizione, rimane scisso in due parti: grande rispetto per l'iniziativa, forte perplessità per come questa si intende realizzare. 
PRESIDENTE - Grazie, Consigliere Giannuzzi. Prego, assessore Mauro.     
ASSESSORE MAURO - Prima della votazione, vorrei aggiungere al deliberato questo: "di acquisire le premesse quale parte integrante e sostanziale del presente provvedimento". Quindi, vorrei che fosse inserito questo.   
PRESIDENTE - Votazione dell'emendamento.    
CONSIGLIERE CAVALERA - Presidente, per dire soltanto che io personalmente, siccome sono state nominate le commissioni, in quell'unica commissione in cui si è discusso seriamente di questo ordine del giorno, io personalmente ho fatto dei rilievi e poi sono stato contrario a portare in Consiglio comunale questo argomento.  Tra l'altro, anche nel precedente in Consiglio comunale, in quello del 22 settembre, quando l'argomento è stato ritirato, io avevo raccomandato una idonea rimodulazione del progetto, con acquisizione di nuovi pareri, avevo detto io, auspicando una pratica più lineare e più controllata.  Tenendo conto che gli enti che si sono espressi in ogni caso si sono espressi su un progetto diverso da quello che si sta deliberando oggi.  Tutto questo secondo me significa che su queste situazioni abbiamo una sensibilità e delle visioni diverse, anche nel seguire le procedure. E dico anche nel rapporto con i cittadini, che per quanto mi riguarda e quanto ci riguarda, deve essere improntato sulla correttezza e linearità, ma anche sulla legittimità degli atti più assoluta., senza che una risposta, dovuta a una esigenza o a una legittima richiesta di un cittadino, possa apparire un favore.  Siccome siamo convinti che questo non è il modo giusto di andare incontro alle esigenze dei cittadini o degli imprenditori, ai quali va tutto il nostro appoggio per le loro iniziative, dobbiamo esprimere a malincuore un voto contrario. Forse anche in questo caso per salvaguardare loro stessi. Grazie.  
PRESIDENTE - Grazie, consigliere. Votazione per l'emendamento. Chi è favorevole?  VOTAZIONE
 FAVOREVOLI -  
ASTENUTI -   
PRESIDENTE - Votazione della delibera. Chi è favorevole?   
VOTAZIONE 
FAVOREVOLI - 
CONTRARI -   


CONSIGLIO COMUNALE DEL 24 NOVEMBRE 2009 
PUNTO 2 O.D.G. 
Settore d'intervento n. 14 - zona C2 del vigente P.R.G.C. - Ditta Rasera Benedetto. Approvazione del Piano di lottizzazione e delle modifiche e integrazioni apportate allo schema di convenzione
  
PRESIDENTE - Prego, assessore Mauro.    
ASSESSORE MAURO - È stato già anche annunciato dal consigliere Gianfreda, che è andato via, sono delle lottizzazioni che hanno avuto già tutto il loro iter, quindi il primo passaggio in Consiglio comunale, l'abbiamo mandato alla Regione, è stato approvato dalla Regione. Ritorna, finalmente, per l'approvazione definitiva, quindi lo schema di convenzione, e quindi finalmente si potrà passare, a richiesta da parte dei lottizzanti, all'edificazione di queste aree.  Sono di fatto tutti i tre argomenti che abbiamo di seguito uguali, non c'è differenza. Sono tutti allo stesso livello, sono tutte delle approvazioni definitive. Quindi, se li vogliamo guardare... Il Presidente ha annunciato solamente questo, ma se avete visto gli atti a vostra disposizione, sono tutti e tre uguali, potrebbero avere tutti e tre la vostra approvazione, presumo.  E quindi, io chiedo il voto favorevole. Se volete, facciamo l'elenco di tutte e tre, se volete discussione. Ditemi cosa volete e siamo a disposizione. Se vogliamo essere più celeri, potremmo farle tutte e tre e quindi mandarle tutte e tre in approvazione definitiva.    
 CONSIGLIERE RISO - Io penso, personalmente, sempre per i Verdi per la Pace, che comunque non bisogna, secondo me, usare due metri e due misure, nel momento in cui poc'anzi stesso consigliere diceva: "Io mi devo, per imparzialità..."...  essendo di parte, nel momento in cui si tratta del suo progetto, o quello  che andremo a discutere dopo e così via, sinceramente era il minimo che potesse fare. Come era il minimo che potesse fare lui e Company, nel momento in cui in commissione edilizia, della quale faccio parte, sugli argomenti che riguardavano altri, non si è presentato. Poi si è presentato nel momento in cui riguardava lui.  Legittimo tutto questo, perché stava facendo gli interessi del suo cliente. Che io andrò a dire... Giustamente, non voglio fare l'errore, quello di fare due metri e due misure, e quindi, a quel punto lì, oggi la mia unanimità e solidarietà sarà quella di andare a approvare personalmente tutti i progetti all'esame di oggi.  Questa è coerenza, secondo me. Non so come la interpretano gli altri. L'astensione, non ho capito, di quel giorno mia, con l'astensione di oggi. Non riesco a capire politicamente. Illuminatemi.  Detto questo, data l'importanza dell'argomento, tutti uguali, imprenditori e comuni mortali, come me, perché, data la responsabilità importantissima, che io cerco di assumermi sempre nei confronti dei cittadini innanzitutto, non è casuale che dicessi che i cittadini vanno prima agevolati, nel senso legittimo, prima i cittadini comuni e poi, compresi gli imprenditori, e non i mega imprenditori.  Quelli lasciamoli, se  permettete, per ultimi, pure che sono la possibilità di opportunità di lavoro anche per tutti noi.  Per non trascurare questo dico.  Ecco che quello di cui stiamo parlando adesso è una delibera che andremo a fare nei confronti di un cittadino comune. Che pare che prima era seduto là.  Uno della famiglia Benedetto Rasera. Per me è una persona come me, come tutti gli altri. Come lo stesso imprenditore Scarcia, che c'era prima, era lo stesso in egual misura, distinguendo le due cose: l'imprenditore dal comune mortale.  Io sono qui, in poche parole, a aiutare i più deboli, chi non ha voce. E chi vi parla, non ha imprese, non ha niente, non ha neanche la casa al mare.  Allora, è giusto rispettare il lavoro dei nostri amici, ci devono lavorare tutti, ci lavora l'imprenditore, ci lavora il tecnico che istruisce il progetto. Ci deve pure lavorare ognuno di noi, quelli che cercano il lavoro nel modo degno e dignitoso, senza sfruttamento.  Allora, per questo dico: data la mia sensibilità, io cerco di dare corpo alla mia sensibilità, nel momento in cui sono così passionale, permettetemi, e sensibile verso il bene comune. Ve lo rimarco per centomila volte, nel momento in cui... è questo che chi fa dare tutta la passione e il fervore a queste cose.  Però non capisco in egual misura, come chiedo la responsabilità del Consigliere Coppola, che ha detta di un essere della provincia, che pare... E non sto parlando perché è assente. Io parlo in presenza, in assenza, davanti, di dietro, affianco, non ci sono problemi., quando trovo le persone furbe. E non è un attacco personale. È un attacco a ciò che noi rappresentiamo e dobbiamo certamente degnamente rappresentare i cittadini. Sia pure  quei  miseri  60 voti che ho avuto io.  Allora, in ragione di questo, non voglio fare morale a nessuno, ma devo semplicemente dire che da parte dell'assessore ha detto che non c'era tutta quel urgenza di andare a Lecce. Qui stiamo parlando del destino dei cittadini, quelli che ci danno i voti.  Allora, diciamolo chiaro: Gianfranco Coppola è andato a Lecce per prendere il gettone di presenza!  Noi non abbiamo neanche la strada (e parlo di me) per camminarci su e diamo il gettone di presenza...   
PRESIDENTE - Concludi, consigliere.    
CONSIGLIERE RISO - Ho finito. Ci son quindici minuti, ancora. Io me li spendo, quando ritengo opportuno. Quindi, in ragione di questo, stavo dicendo, che a quel punto lì, non voglio pensare che lo fate apposta per farmi dimenticare, ma purtroppo io parlo col cuore, senza nessuna presunzione, e quindi è difficile dimenticare quello che sto per dire, o per finire di dire.  Vale a dire, che a un certo punto non si può continuare innanzitutto a prenderci in giro, noi dell'opposizione, per poi prendere in giro i cittadini. Questo  sto dicendo.  Ma qui non si salva neanche la maggioranza, sia ben chiaro.  Perché qui gli amici mi dicono: "Salvatore Riso è passato dall'altra parte". Chi fa segni di qua e mi indica di passare di là, chi dì là. Di tutto e così via. Io cerco di essere coerente, per non tradire il mandato che mi hanno dato quei pochi cittadini.  Allora, in ragione di questo, dico anche, e non è esibizionismo il mio. Tanto domenica prossima, ve lo annuncio, ci sarà un comizio, dove non ce ne sarà per nessuno. Ve lo dico, io sono una persona corretta. Uno a Ugento e l'altro a Gemini. Per informare i cittadini di quello che succede, come stanno le cose.  Legittimo, senza ... Perché io, purtroppo, e non voglio parlare di me, so spogliarmi nell'essere prima cittadino e poi consigliere comunale. Per arrivare dove?  Non facciamo più l'errore di essere frettolosi quando parliamo di imprenditori, di comuni cittadini e di tutti, quando dobbiamo approvare, etc. etc..  Una tiratina d'orecchie anche al nostro Presidente. Perché no? Perché non si può arrivare impreparati in commissione edilizia, o meglio, urbanistica, la parola più esatta, e tentano di qua e di là di reperire quello che ci serve per decidere.  Ripeto, gli uffici preposti devono dare il materiale in tempo, dobbiamo arrivare preparati e così via. E neanche andare a aggiungere l'argomento, sia nei Consigli e sia nelle commissioni, all'ultimo momento di integrazione all'ordine del giorno, quale esso sia.  Ecco perché la responsabilità, speriamo che lo stesso Presidente della commissione alla quale favcio parte, unica commissione... Se avessero potuto farmi fuori da tutto, sicuramente l'avrebbero fatto, sia la maggioranza e sia l'opposizione, amaramente dico. Perché le hanno fatto già queste cose nei miei confronti. Perché le persone, quando hanno il coraggio di dire in faccia quello che pensano, allora vengono isolate.  Grazie a Dio, modestamente, ho quei valori che mi contraddistinguono dagli interessi propri.    
PRESIDENTE - Grazie, consigliere Riso.    
CONSIGLIERE RISO - Un attimo, Presidente.  Bisogna dire alla fine che bisognava un attimino che oggi ci fosse, indispensabilmente presente lo stesso Presidente della commissione urbanistica, data l'importanza dell'argomento, e lo stesso consigliere Coppola doveva rimanere appiccicato sulla sedia oggi e rinunciare anche al gettone di presenza. Ma non mi voglio dilungare. E tutto ciò non è personale. Perché, grazie a Dio, quando devo dire qualcosa pure nei confronti dell'assessore, quale esso sia, Pacella, Scarcia... Io glielo già annunciato a Scarcia che domenica qual che battutina la devo dare pure a lui. Poi la gente fa me vuole. Tanto il medico non mi ha prescritto che debba io per forza... Finito il mandato, me ne posso andare tranquillamente. Non ci sono problemi. Però, grazie a Dio, dovete pure sopportarmi nel momento in cui vi dico quello che penso.  Allora, ritornando all'argomento di  oggi, io sono favorevole. Nello stesso tempo, non vi tolgo altro tempo, faccio la mia dichiarazione di voto, faccio tutto in una volta. Perché, se la negligenza è dell'ufficio, lo ripeto ancora, che non funziona come dovrebbe, non possiamo penalizzare i cittadini, quali essi siano.  Ma uno mi può dire: "Si creano dei precedenti". Sì, allora questi precedenti creiamoli per tutti.  Con l'auspicio che nelle prossime riunioni della commissione urbanistica, dove la commissione deve essere il filtro di quello che andremo poi a portare in Consiglio, bisogna sistemare le cose, non si può decidere dinanzi al materiale cartaceo, dinanzi a tante cose che vengono superate così all'acqua di rose. Ma veramente, possiamo continuare in questo senso?  Quindi, per lo stesso argomento, quello relativo alla famiglia Rasera, do il mio voto favorevole per l'approvazione. Grazie.    
SINDACO - Presidente, scusami, per giustificare l'assenza di Nuzzo, il Presidente della commissione, il quale ha avuto un problema...    
PRESIDENTE - L'ho giustificato io per ragioni di salute.    
SINDACO - Non avevo sentito, scusa.   
PRESIDENTE - Sindaco, stai attento. Prego.   
CONSIGLIERE CAVALERA - Presidente, intanto per chiarire, perché sembra che... siccome il consigliere Riso a volte parla a vanvera, per chiarire: in quella commissione del 13 novembre, dove io personalmente sono arrivato in ritardo, sono arrivato in ritardo perché, avendo perduto l'avviso della convocazione, io ero tranquillo che la commissione era alle 18:30. Tanto è vero che alle 18:30  puntuale stavo lì. Non sapendo che, invece, la commissione era iniziata alle 16:30.  ho fatto in tempo a discutere un ordine del giorno, quello del settore 14, e poi me ne sono dovuto andare, anche perché l'ultimo giorno che era rimasto, ero direttamente interessato quale progettista, e quindi mi sono allontanato.  Questo tanto per chiarire le cose.  Tra l'altro si tratta di un progetto, come si evince dalla documentazione, del 2002, quindi di 7 anni fa addirittura.  Per quanto riguarda questi ordini del giorno, dobbiamo dire: finalmente arrivano a approvazione definitiva questi piani di lottizzazione. Alcuni anche dopo dieci anni.  Io devo dire anche che siccome si sono apportate alcune modifiche e integrazioni agli schemi di convenzione, siamo d'accordo anche su quelle modifiche, perché sono state variate essenzialmente le procedure e  le modalità di esecuzione delle opere di urbanizzazione. È stata variata anche la tempistica, portata a cinque anni, 3 più 2 di eventuale proroga, di esecuzione delle opere.  C'è da dire che forse oggi, con questa crisi economica, non era proprio forse l'ideale questo, però per dare certezza nell'esecuzione dei piani di lottizzazione, ben venga anche questa tempistica ridotta rispetto alle possibilità che dà la Legge dei dieci anni.  Siamo favorevoli a queste approvazioni, con l'auspicio che possa essere l'inizio di un più idoneo e efficace sviluppo del territorio.  Auspichiamo anche maggiori controlli nell'attuazione dei Piani  esecutivi, nei piani di lottizzazione, tra cui, per esempio, anche con collaudi in corso d'opera nell'esecuzione delle opere di urbanizzazione.  Questo, assessore Mauro, non ci basta. Chiediamo che a breve vengano risolti i problemi del comparto 11E,  quello lì dell'alberghiero, dove c'è impegnato l'intero Consiglio comunale a portare avanti quel comparto, visto che ci hanno anticipato le aree per l'ampliamento dell'alberghiero.   Come pure, c'è un'altra rogna da portare a termine, che è la definitiva sistemazione del settore 20, quello lì che è già in corso, parzialmente già eseguito, con il resto delle convenzioni, con tutta la questione della proprietà Macrì, che più o meno sta in corso di ultimazione. Chiediamo qualcosa in più di passare, dopo queste due emergenze, anche a qualche piano particolareggiato da parte dell'ufficio.  E rifacciamo la richiesta per quel comparto così importante nel centro di Torre San Giovanni. Già l'abbiamo chiesto altre volte. Il comparto tra via Caboto, il canale di bonifica, il 57 credo che sia. Al centro di san Giovanni, dove c'è attualmente il parco divertimenti. Quello lì è un comparto secondo noi essenziale, che se non si sbrigano i proprietari a farlo, noi chiediamo l'intervento del Comune, vista l'importanza che rivesto per lo sviluppo delle marine.   Quindi, il voto è favorevole?    
PRESIDENTE - Votazione. Chi è favorevole?    
VOTAZIONE 
UNANIMITÀ DEI PRESENTI 

CONSIGLIO COMUNALE DEL 24 NOVEMBRE 2009 
PUNTO 3 O.D.G. 
Settore d'intervento n. 6 - Zona C1 del vigente P.R.G.C. - Ditta Marsano, Labbate e altri. Approvazione del Piano di lottizzazione e delle modifiche e integrazioni apportate lo schema di convenzione  


CONSIGLIERE CAVALERA - Segretaria, per questo ordine del giorno io e l'ingegnere Corvaglia ci dobbiamo allontanare, perché siamo i progettisti di questo piano.    
PRESIDENTE -  Assessore Mauro. 
ASSESSORE MAURO - Ritengo le stesse motivazioni di prima. Quindi invito gli amici rimasti all'interno del Consiglio di votare unanimemente questo provvedimento.   PRESIDENTE - Votazione. Chi è favorevole?    
VOTAZIONE
UNANIMITÀ DEI PRESENTI  


CONSIGLIO COMUNALE DEL 24 NOVEMBRE 2009 
 PUNTO 4 O.D.G. 
Piano di lottizzazione settore n. 22 - zona D4 del vigente Piano Regolatore. Approvazione , modifiche e integrazioni allo schema di convenzione.    


PRESIDENTE - Assessore Mauro.    
ASSESSORE MAURO - Per le stesse motivazioni, come sopra.   
 PRESIDENTE - Chi è favorevole?    
VOTAZIONE 
UNANIMITA' DEI PRESENTI

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